Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Mai dimenticato!!!!!
Le indicazioni di "interno" ed "esterno" sono correlate solo allo stato finale del proietto, cioe' quando e' stato trovato e sono termini che aiutano a comprendere che alcune geodi sono chiuse all'interno del proietto ( quelle con le melaniti fuse), altre hanno invece un collegamento con la parte esterna del proietto ( quelle con le melaniti perfettamente cristallizzate) .
Comunque e' un fatto che in decine e decine di proietti di questo tipo non mi e' mai capitato, ma mai, di trovare una geode chiusa con melaniti non "fuse".
Allora se questi sono brandelli strappati dalla roccia madre, perche' questa particolare condizione si ripete sempre? Sia che i proietti siano di pochi cm che di decine di centimetri di grandezza? Non e' statisticamente possibile che tutti i proietti strappati contengano sempre i cristalli perfetti quando sono a contatto con la parte esterna ( del proietto ) e i cristalli invece non in contatto con l'esterno, manifestano deterioramenti .
Azzardo una ipotesi: durante il tragitto di espulsione o la digestione nel magma sicuramente le condizioni di temperatura e chimiche cambiano , ne' e' un aspetto la forma bolidista dei proietti. Allora durante questa condizione estrema , potrebbe essere che le geodi chiuse comportino una mantenimento della temperatura piu' alta per più tempo o una condizione piu lunga di permanenza di alcuni gas che vanno ad intaccare i cristalli, mentre le geodi con i condotti verso l'esterno del proietto hanno piu' facilita' di espulsione di questi gas e/o di riduzione della temperatura, aiutando di fatto il mantenimento della originaria qualita' cristallografica ? Questo sia per i proietti sanidinitici che metamorfici. Ecco allora che verrebbe a modificarsi l'originaria condizione del frammento strappato, assumendo il proietto una nuova e finale condizione determinata dall' evento piroclastico, che supererebbe quindi il mantenimento delle originarie condizioni cristallografiche nelle geodi.
Forse confrontando le analisi sulla composizione di un cristallo perfetto e di uno fuso si potrebbero evidenziare delle sorprese.
Stefano
Le indicazioni di "interno" ed "esterno" sono correlate solo allo stato finale del proietto, cioe' quando e' stato trovato e sono termini che aiutano a comprendere che alcune geodi sono chiuse all'interno del proietto ( quelle con le melaniti fuse), altre hanno invece un collegamento con la parte esterna del proietto ( quelle con le melaniti perfettamente cristallizzate) .
Comunque e' un fatto che in decine e decine di proietti di questo tipo non mi e' mai capitato, ma mai, di trovare una geode chiusa con melaniti non "fuse".
Allora se questi sono brandelli strappati dalla roccia madre, perche' questa particolare condizione si ripete sempre? Sia che i proietti siano di pochi cm che di decine di centimetri di grandezza? Non e' statisticamente possibile che tutti i proietti strappati contengano sempre i cristalli perfetti quando sono a contatto con la parte esterna ( del proietto ) e i cristalli invece non in contatto con l'esterno, manifestano deterioramenti .
Azzardo una ipotesi: durante il tragitto di espulsione o la digestione nel magma sicuramente le condizioni di temperatura e chimiche cambiano , ne' e' un aspetto la forma bolidista dei proietti. Allora durante questa condizione estrema , potrebbe essere che le geodi chiuse comportino una mantenimento della temperatura piu' alta per più tempo o una condizione piu lunga di permanenza di alcuni gas che vanno ad intaccare i cristalli, mentre le geodi con i condotti verso l'esterno del proietto hanno piu' facilita' di espulsione di questi gas e/o di riduzione della temperatura, aiutando di fatto il mantenimento della originaria qualita' cristallografica ? Questo sia per i proietti sanidinitici che metamorfici. Ecco allora che verrebbe a modificarsi l'originaria condizione del frammento strappato, assumendo il proietto una nuova e finale condizione determinata dall' evento piroclastico, che supererebbe quindi il mantenimento delle originarie condizioni cristallografiche nelle geodi.
Forse confrontando le analisi sulla composizione di un cristallo perfetto e di uno fuso si potrebbero evidenziare delle sorprese.
Stefano
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
I frammenti di roccia prima di essere espulsi attraversano condizioni di temperatura e chimismo che seppur relativamente brevi e a pressioni non elevate subiscono sicuramente modifiche importanti specialmente sulla superfice esterna.
Le bois sont dèjà noirs,le ciel est ancor bleu
Paul Desjardins
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
https://www.mindat.org/photo-835812.html: Un piccolo cristallo nero di anatase su sanidine bianco, con spray, di cristalli aciculari verdi di un minerale appartenete al gruppo del pirosseno. FOV 1.8. Per se stesso insignificante, ma che diventa interessante per la località. In paragenesi c'è pure un cristallo di quarzo, non raffigurato nella foto. I grumi giallognoli spalla sinistra è un carbonato di calcio.
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Da Poggio Bottinello, un cristallino di zirconolite (0,25 mm.), su sanidine, che presenta una forma cristallina riconducibile, in base alla morfologia dei cristalli, molto probabilmente, alla fase trigonale di questo ossido di Ti e Zr, ovvero della zirconolite-3T. Questo cristallo è parte di un proietto che è stato oggetto di un articolo n°9, da me scritto e riportato nella rivista "Il Cercapietre" anno 2006 ed edito dal Gruppo Mineralogico Romano. Tali cristalli sono stati sottoposti ad analisi EDX semiquantitativa, tramite il Servizio determinazione UK dell’AMI (Associazione Micromineralogica Italiana), dal dott. Günter Blass di Eschweiler (Germania). I risultati delle analisi danno indicazioni sufficienti ad identificare il minerale come una zirconolite (Ca,REE,Th,U)ZrTi2O7. https://www.mindat.org/photo-837754.html
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
https://www.mindat.org/photo-838560.html: E' una phlogopite, interessante, per il colore rosso scuro e ancor più per la nitida forma monoclina, non sempre riscontrabile, poichè solitamente questa specie assume forma pseudoesagonale.
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
E' una titanite quella postata, Jean Marie? E quale è la sua dimensione?
Due cristalli di hornblende:
https://www.mindat.org/photo-841875.html: questo, lungo 1,8 mm, è nero, lucente, così da rispecchiare i cristalli di sanidine sulle sue facce.
https://www.mindat.org/photo-841876.html: questo è di 2 mm, presente sullo stesso campione
Due cristalli di hornblende:
https://www.mindat.org/photo-841875.html: questo, lungo 1,8 mm, è nero, lucente, così da rispecchiare i cristalli di sanidine sulle sue facce.
https://www.mindat.org/photo-841876.html: questo è di 2 mm, presente sullo stesso campione
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Ciao Franco,
Jean Marie non ha indicato il minerale e la misura non e' chiara, se riferita al campo inquadrato o al cristallo.
Comunque granato var. grossularia e dalla lettura della foto credo che il campo inquadrato sia di 3 cm.
Aspettiamo conferma da Jean Marie.
Comunque bel cristallo!!!!!!!!!!!!!!!!!
paperinik
Jean Marie non ha indicato il minerale e la misura non e' chiara, se riferita al campo inquadrato o al cristallo.
Comunque granato var. grossularia e dalla lettura della foto credo che il campo inquadrato sia di 3 cm.
Aspettiamo conferma da Jean Marie.
Comunque bel cristallo!!!!!!!!!!!!!!!!!
paperinik
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Un cristallo aciculare di apatite attraversa (o, meglio, infilza) un cristallo di colore arancio di titanite, che a sua volta è cresciuta appoggiandosi, in alto, su un cristallo tabulare, nero, di mica group (probabilmente biotite) e in basso su un cristallo nero di horneblenda. Non solo, ma sul cristallo di apatite è sovracresciuto sia nella parte destra che sinistra, due cristalli di britholite-(Ce), confermato dalla colorazione verde che esso assume se illuminato da raggi UV prodotti dalla lampada al quarzo. https://www.mindat.org/photo-844615.html. Da Poggio Bottinello, da materiale ricevuto da Paolo Rossi. L'apatite misura 1 mm. Il FOV è di 3 mm.
Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
In primo piano un bel cristallo bianco di cuspidine, di 1 mm, con la caratteristica forma "a cuspide", in mezzo a cristalli non ben formati di grossular giallo brunastra. https://www.mindat.org/photo-850213.html
In un'altra parte dello stesso specimen un insieme di cristalli bianchi di cuspidine (FOV 1,8 mm): https://www.mindat.org/photo-850224.html. Da Gradoli.
In un'altra parte dello stesso specimen un insieme di cristalli bianchi di cuspidine (FOV 1,8 mm): https://www.mindat.org/photo-850224.html. Da Gradoli.
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Veramente notevole la Fayalite, molto bella.
Enrico.
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http://www.mindat.org/user-13835.html#2
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senti le idee di tutti, ma pensa a modo tuo.
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Come promesso una foto della spettacolare vesuvianite scambiata sabato da Antonio
https://www.mindat.org/photo-859178.html
https://www.mindat.org/photo-859178.html
- Di Domenico Dario
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Bella foto Giuseppe !
Se questa è vesuvianite, e guardando la tipologia del proietto sanidinitico con granati verdi, allora la cosa mi rallegra perchè ne ho parecchi campioni trovati anni fa. Poi metto una foto.
Complimenti ad Antonio Borrelli per il ritrovamento.
Se questa è vesuvianite, e guardando la tipologia del proietto sanidinitico con granati verdi, allora la cosa mi rallegra perchè ne ho parecchi campioni trovati anni fa. Poi metto una foto.
Complimenti ad Antonio Borrelli per il ritrovamento.
- Antonio Borrelli
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Re: Minerali e zone di ricerca nel Complesso Vulcanico Vulsino
Giuseppe sono contento che ti piaccia il campione. Questi insoliti cristalli sono stati verificati mediante EDS + Raman.
Antonio
"La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere" - Socrate
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