IMA 2015-021a = tinnunculite
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IMA 2015-021a = tinnunculite
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▪ Pekov, I.V., Chukanov, N.V., Yapaskurt, V.O., BeJakovskiy, D.I, Lykova, I.S., Zubkova, N.V., Shcherbakova, E.P., Britvin, S.N., Chervonnyi, A.D. (2016): Tinnunculite, C5H4N4O3·2H20: finds at Kola Peninsula, redefinition and validation as a mineral species. Zapiski RMO, 145(4), 20-35.
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Marco E. Ciriotti
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Il primo minerale ornitogenico?
Antonio
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Nello specifico, certamente senza le deiezioni di uccelli (o di altri animali) la fase non si sarebbe formata (crescita su roccia). Se non si tratta di animali domestici e il campione è stato rinvenuto in luoghi wildness la fase può considerarsi naturale.
Noi (SIUK) abbiamo rinvenuto la tinnunculite a Valletta in bei cristalli inclusi nel materiale di scarto sito in discarica. Probabilmente la sostanza organica potrebbe, in un caso simile, avere altra origine.
A Montoso (sempre il SIUK) l'ha identificata in cristalli malformati cresciuti su roccia (del tutto simili a quelli del ritrovamento russo), nello specifico, sicuramente ascribili a deiezione di uccelli.
Massimo Ferrari (*) identificò lo stesso composto in una località emiliana. La vicinanza di un pollaio porterebbe a ritenere quei campioni come antropogenici.
(*) Artioli, G., Galli, E. and Ferrari, M. (1993) Uric acid dihydrate – a new mineral? Rivista Mineralogica Italiana, 4, 261-264.
(*) Artioli, G., Masciocchi, N. and Galli, E. (1997) The elusive crystal structure of uric acid dihydrate: implication for epitaxial growth during biomineralization. Acta Crystallographica, B53, 498-503.
Noi (SIUK) abbiamo rinvenuto la tinnunculite a Valletta in bei cristalli inclusi nel materiale di scarto sito in discarica. Probabilmente la sostanza organica potrebbe, in un caso simile, avere altra origine.
A Montoso (sempre il SIUK) l'ha identificata in cristalli malformati cresciuti su roccia (del tutto simili a quelli del ritrovamento russo), nello specifico, sicuramente ascribili a deiezione di uccelli.
Massimo Ferrari (*) identificò lo stesso composto in una località emiliana. La vicinanza di un pollaio porterebbe a ritenere quei campioni come antropogenici.
(*) Artioli, G., Galli, E. and Ferrari, M. (1993) Uric acid dihydrate – a new mineral? Rivista Mineralogica Italiana, 4, 261-264.
(*) Artioli, G., Masciocchi, N. and Galli, E. (1997) The elusive crystal structure of uric acid dihydrate: implication for epitaxial growth during biomineralization. Acta Crystallographica, B53, 498-503.
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
La specie è anche citata dalla zona dell'alpe Veglia in un bell'articolone sull'ultimo numero della RMI. Certo se l'avessimo scoperta noi poteva chiamarsi rupicapraite... o marmottaite...
Cuchet, S., Crumbach, M., van der Burgt, A. (2016): Le allaniti e i minerali di terre rare dell'Alpe Veglia (Varzo, Verbano-Cusio-Ossola). Rivista Mineralogica Italiana, 40, 212-241.Roberto Bracco - AMI Liguria
Perché seguire il calcio, quando accanto c'è lo scandio e poco più in là il vanadio?
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
A Montoso il responsabile delle cacchette mineralizzanti è sicuramente il codirosso spazzacamino, lo abbiamo osservato a lungo produrre le sue deiezioni sempre sugli stessi posatoi e abbiamo accertato che nel giro di poche settimane, se il clima è abbastanza secco, si trasformano in bei cristallini rosa leggermente puzzolenti di acido urico; spesso sono ancora presenti residui delle corazze cheratiniche degli insetti di cui si nutre. Se il primo ritrovamento, fatto da Marello diversi anni fà fosse stato adeguatamente studiato, il nome della specie poteva essere Phoenicurusochrurosite (dall'impronunciabile nome del codirosso per gli scienziati).
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Grazie innanzitutto a Luciano che, poco fa, mi ha informato dell'esistenza di questo topic.In realtà sia pure in modo abbastanza casuale, e anche
tramite "Mindat", ero già da tempo a conoscenza di tutta la parte della storia che non (diciamo così) mi riguarda personalmente. Tanto è vero che ne ho approfittato per stamparmi alcune cose da allegare al piccolo dossier che allora raccolsi. Devo ammettere che l'approvazione IMA, mi ha alquanto sorpreso stante l'incertezza sull'effettiva origine del materiale. Che fu poi il fattore determinante nel far sì che all'atto di presentare il lavoro per la pubblicazione sulla RMI, ci si trovasse d'accordo di usare la forma dubitativa. Discutibile sicuramente essendo, il presentare su una rivista ufficiale un qualcosa di quasi certa origine "pollogenica" sperando tuttavia, e non lo nego, che qualcuno - che peraltro mai ci fu - ci desse una mano a chiarire il problema. Ho parlato giusto poco più di un mese fa col Prof. Galli della cosa e devo dire che la sua reazione è stata un misto di perplessità e rimpianto. Perplessità perchè i dubbi di allora non sono certo cancellati, ma anche (o almeno IO lo interpreto io così) un filo di rimpianto per non averci provato (a presentarlo). Anche se, come detto, poi prevalse la consapevolezza dei rischi insiti nell'argomento e che un Docente di chiara fama come lui e un giovane ricercatore (Prof. Artioli) oggi a sua volta stimatissimo docente a Padova scelsero, con buone ragioni, di non correre.
A puro titolo infromativo vi segnalo che, dopo quel primo ritrovamento (Varana di Serramazzoni - MO) mi è capitato di trovare qualche altra volta l'uricite, in questo caso però, nell''ormai mitico (finchè dura) sito di Molino Cappelletti, quello della lizardite. Anche qui, ambiente serpentinoso, uccelli, vista la relativa selvatichezza del posto, presenti. Niente polli però. E tuttavia con una variante uricite sempre nella forma anidra. Scusate la lungaggine, ma l'argomento mi tocca da vicino e quindi chiedo a tutti pazienza.
tramite "Mindat", ero già da tempo a conoscenza di tutta la parte della storia che non (diciamo così) mi riguarda personalmente. Tanto è vero che ne ho approfittato per stamparmi alcune cose da allegare al piccolo dossier che allora raccolsi. Devo ammettere che l'approvazione IMA, mi ha alquanto sorpreso stante l'incertezza sull'effettiva origine del materiale. Che fu poi il fattore determinante nel far sì che all'atto di presentare il lavoro per la pubblicazione sulla RMI, ci si trovasse d'accordo di usare la forma dubitativa. Discutibile sicuramente essendo, il presentare su una rivista ufficiale un qualcosa di quasi certa origine "pollogenica" sperando tuttavia, e non lo nego, che qualcuno - che peraltro mai ci fu - ci desse una mano a chiarire il problema. Ho parlato giusto poco più di un mese fa col Prof. Galli della cosa e devo dire che la sua reazione è stata un misto di perplessità e rimpianto. Perplessità perchè i dubbi di allora non sono certo cancellati, ma anche (o almeno IO lo interpreto io così) un filo di rimpianto per non averci provato (a presentarlo). Anche se, come detto, poi prevalse la consapevolezza dei rischi insiti nell'argomento e che un Docente di chiara fama come lui e un giovane ricercatore (Prof. Artioli) oggi a sua volta stimatissimo docente a Padova scelsero, con buone ragioni, di non correre.
A puro titolo infromativo vi segnalo che, dopo quel primo ritrovamento (Varana di Serramazzoni - MO) mi è capitato di trovare qualche altra volta l'uricite, in questo caso però, nell''ormai mitico (finchè dura) sito di Molino Cappelletti, quello della lizardite. Anche qui, ambiente serpentinoso, uccelli, vista la relativa selvatichezza del posto, presenti. Niente polli però. E tuttavia con una variante uricite sempre nella forma anidra. Scusate la lungaggine, ma l'argomento mi tocca da vicino e quindi chiedo a tutti pazienza.
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Se effettivamente anidra avrebbe le peculiarità per essere accettata come specie diversa: uricite, C5H4N4O3: https://www.mindat.org/min-4118.htmlE tuttavia con una variante uricite sempre nella forma anidra
L'uricite è un composto diverso dalla diuricite (= tinnunculite).
PS: Un articolo (se troverò il tempo per concluderlo) su questo argomento e sulla corretta interpretazione di ciò che può considerarsi naturale e ciò che invece deve essere inteso come antropogenico (o almeno "fortemente mediato dall'uomo") sarà oggetto di una prossima pubblicazione su Micro.
Oggigiorno tra le specie regolarmente approvate da IMA CNMNC io rilevo circa 300 minerali "man-mediated" (tra cui tutti i post-mining).
Marco E. Ciriotti
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- Massimo Ferrari
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Mi rendo conto di aver commesso un grosso errore e, scusandomene vivamente, cerco di porvi rimedio. L'uricite dei miei ritrovamenti successivi
a quello della forma biidrata, è risultata essere monoidrata e non anidra come sbadatamente scritto .
Purtroppo, a volte, anche rileggendo, l'erroraccio scappa. Sono mortificato e prego prendere cortesemente atto del... misfatto.
Massimo
a quello della forma biidrata, è risultata essere monoidrata e non anidra come sbadatamente scritto .
Purtroppo, a volte, anche rileggendo, l'erroraccio scappa. Sono mortificato e prego prendere cortesemente atto del... misfatto.
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Referenza:
▪ Pekov, I.V., Chukanov, N.V., Yapaskurt, V.O., Belakovskiy, D.I., Lykova, I.S., Zubkova, N.V., Shcherbakova, E.P., Britvin, S.N., Chervonnyi, A.D. (2018): Tinnunculite, C5H4N4O3 · 2H2O: Occurrences on the Kola Peninsula and Redefinition and Validation as a Mineral Species. Geology of Ore Deposits, 59, 609-618.
Abstract:
Based on a study of samples found in the Khibiny (Mt. Rasvumchorr: the holotype) and Lovozero (Mts Alluaiv and Vavnbed) alkaline complexes on the Kola Peninsula, Russia, tinnunculite was approved by the IMA Commission on New Minerals, Nomenclature, and Classification as a valid mineral species (IMA no. 2015-021a) and, taking into account a revisory examination of the original material from burnt dumps of coal mines in the southern Urals, it was redefined as crystalline uric acid dihydrate (UAD), C5H4N4O3·2H2O. Tinnunculite is poultry manure mineralized in biogeochemical systems, which could be defined as “guano microdeposits. The mineral occurs as prismatic or tabular crystals up to 0.01 × 0.1 × 0.2 mm in size and clusters of them, as well as crystalline or microglobular crusts. Tinnunculite is transparent or translucent, colorless, white, yellowish, reddish or pale lilac. Crystals show vitreous luster. The mineral is soft and brittle, with a distinct (010) cleavage. Dcalc = 1.68 g/cm3 (holotype). Tinnunculite is optically biaxial (–), α = 1.503(3), β = 1.712(3), γ = 1.74(1), 2Vobs = 40(10)°. The IR spectrum is given. The chemical composition of the holotype sample (electron microprobe data, content of H is calculated by UAD stoichiometry) is as follows, wt %: 37.5 О, 28.4 С, 27.0 N, 3.8 Hcalc, total 96.7. The empirical formula calculated on the basis of (C + N+ O) = 14 apfu is: C4.99H8N4.07O4.94. Tinnunculite is monoclinic, space group (by analogy with synthetic UAD) P21/c. The unit cell parameters of the holotype sample (single crystal XRD data) are a = 7.37(4), b = 6.326(16), c = 17.59(4) Å, β = 90(1)°, V = 820(5) Å3, Z = 4. The strongest reflections in the XRD pattern (d, Å–I[hkl]) are 8.82–84[002], 5.97–15[011], 5.63–24[102¯, 102], 4.22–22[112], 3.24–27[114¯,114], 3.18–100[210], 3.12–44[211¯, 211], 2.576–14[024].
▪ Pekov, I.V., Chukanov, N.V., Yapaskurt, V.O., Belakovskiy, D.I., Lykova, I.S., Zubkova, N.V., Shcherbakova, E.P., Britvin, S.N., Chervonnyi, A.D. (2018): Tinnunculite, C5H4N4O3 · 2H2O: Occurrences on the Kola Peninsula and Redefinition and Validation as a Mineral Species. Geology of Ore Deposits, 59, 609-618.
Abstract:
Based on a study of samples found in the Khibiny (Mt. Rasvumchorr: the holotype) and Lovozero (Mts Alluaiv and Vavnbed) alkaline complexes on the Kola Peninsula, Russia, tinnunculite was approved by the IMA Commission on New Minerals, Nomenclature, and Classification as a valid mineral species (IMA no. 2015-021a) and, taking into account a revisory examination of the original material from burnt dumps of coal mines in the southern Urals, it was redefined as crystalline uric acid dihydrate (UAD), C5H4N4O3·2H2O. Tinnunculite is poultry manure mineralized in biogeochemical systems, which could be defined as “guano microdeposits. The mineral occurs as prismatic or tabular crystals up to 0.01 × 0.1 × 0.2 mm in size and clusters of them, as well as crystalline or microglobular crusts. Tinnunculite is transparent or translucent, colorless, white, yellowish, reddish or pale lilac. Crystals show vitreous luster. The mineral is soft and brittle, with a distinct (010) cleavage. Dcalc = 1.68 g/cm3 (holotype). Tinnunculite is optically biaxial (–), α = 1.503(3), β = 1.712(3), γ = 1.74(1), 2Vobs = 40(10)°. The IR spectrum is given. The chemical composition of the holotype sample (electron microprobe data, content of H is calculated by UAD stoichiometry) is as follows, wt %: 37.5 О, 28.4 С, 27.0 N, 3.8 Hcalc, total 96.7. The empirical formula calculated on the basis of (C + N+ O) = 14 apfu is: C4.99H8N4.07O4.94. Tinnunculite is monoclinic, space group (by analogy with synthetic UAD) P21/c. The unit cell parameters of the holotype sample (single crystal XRD data) are a = 7.37(4), b = 6.326(16), c = 17.59(4) Å, β = 90(1)°, V = 820(5) Å3, Z = 4. The strongest reflections in the XRD pattern (d, Å–I[hkl]) are 8.82–84[002], 5.97–15[011], 5.63–24[102¯, 102], 4.22–22[112], 3.24–27[114¯,114], 3.18–100[210], 3.12–44[211¯, 211], 2.576–14[024].
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Quella della Valletta poteva essere una co-type-locality? Sarebbe stato un bel colpo!
Non so a Montoso e in altri luoghi, ma alla Valletta risulta essere piuttosto rara.
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Le difficoltà della vita piegano alcuni uomini, ma ne rafforzano altri.
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La paura genera energia, ma l' uomo deve sognare per salvarsi.
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Eh Vincenzo, collaborare con i Russi è anche più difficile che con gli Svizzeri...
Da qualche parte qui sul forum c'è una foto di un bel campione di tinnunculite della Valletta che ha permesso un buon raffinamento, come forse Marco ha già spiegato.
Da qualche parte qui sul forum c'è una foto di un bel campione di tinnunculite della Valletta che ha permesso un buon raffinamento, come forse Marco ha già spiegato.
Corrado
Se pensi che l'avventura sia pericolosa, prova la routine: è letale. (Paulo Coelho)
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
A proposito degli Svizzeri:
nel 1992, durante le ricerche dei fosfati di pegmatite a Brissago in Svizzera su in blocco di pegmatite ho rinvenuto degli strani cristalli analizzati nel 2008 da Nicolas Meisser:
"C'est un nouveau minéral du guano: acide urique dihydraté".
Penso che si tratti della tinnunculite.
Ciao. Vanini
nel 1992, durante le ricerche dei fosfati di pegmatite a Brissago in Svizzera su in blocco di pegmatite ho rinvenuto degli strani cristalli analizzati nel 2008 da Nicolas Meisser:
"C'est un nouveau minéral du guano: acide urique dihydraté".
Penso che si tratti della tinnunculite.
Ciao. Vanini
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- Marco E. Ciriotti
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Eh sì Franco, è tinnunculite. Come vedi la si può trovare in più località.Nicolas Meisser:
"C'est un nouveau minéral du guano: acide urique dihydraté".
Marco E. Ciriotti
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Scusate una domanda;
il materiale di per se dipende dal "tipo di guano" o dal "dove si trova"?
Potrebbe essere una discriminante su specie naturali o artificiali anche la necessità di un dato substrato/matrice?
il materiale di per se dipende dal "tipo di guano" o dal "dove si trova"?
Potrebbe essere una discriminante su specie naturali o artificiali anche la necessità di un dato substrato/matrice?
- Marco E. Ciriotti
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Re: IMA 2015-021a = tinnunculite
Non è facile dare una risposta alla domanda.Scusate una domanda;
il materiale di per se dipende dal "tipo di guano" o dal "dove si trova"?
Potrebbe essere una discriminante su specie naturali o artificiali anche la necessità di un dato substrato/matrice?
La fase si forma in seguito a deiezioni di uccelli (specie diverse) su roccia naturale. Qualche fattore interattivo probabilmente esiste.
Per quanto a conoscenza non esistono segnalazioni su substrati non naturali, ma potrebbe semplicemente essere dovuto al disinteresse per una simile occorrenza.
Il materiale che si rinviene su discariche ardenti è deidrato e pertanto non è tinnunculite e in ogni caso sarebbe di origine antropogenica.
Marco E. Ciriotti
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