Come certificare l'occorrenza di una specie

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Marco E. Ciriotti
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Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » gio 14 dic, 2006 14:24

Lancio questo thread perchè, qui di seguito, Corrado aggiungerà quelli che sono i criteri per certificare la presenza di una determinata specie minerale in un determinato territorio (località).

Per procedere al catalogo delle zeoliti italiane e ogni qual altra catalogazione (o semplice lista) del genere occorrerà sempre attenersi a quanto Corrado posterà.

La palla passa dunque, senza fretta, a Corrado.

Tanto per intenderci: un progetto del genere "zeoliti" può trovare la sua conclusione non prima di tre/cinque anni. Se lavorare su progetti a lungo allunghi anche la vita, questo non lo so dire.
Ultima modifica di Marco E. Ciriotti il mer 20 dic, 2006 7:28, modificato 1 volta in totale.
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Corrado
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Messaggio da Corrado » dom 17 dic, 2006 10:50

Beh Marco,

detta così mi metti in soggezione...
In realtà le linee guida che avevi visto non avevano particolari velleità e, molto modestamente, erano solo volte al tentativo di unificazione di tre elenchi personali di minerali liguri (di Roberto Bracco, Donato Belmonte e il mio) al fine di pubblicarne uno per così dire “ufficiale”.
Infatti, pur riconoscendo che i suddetti erano stati costruiti nel tempo con un buon mix di passione, competenza e pignoleria, fatti però i debiti incroci, risultavano discordanti per una trentina di specie (oltre il 7% del totale).
L’applicazione delle regole, lo scambio fitto fitto di mail che hanno visto anche il coinvolgimento di altri collezionisti e addirittura “l’abboccamento” di Mr. IMA in persona, il Dr. Burke, stuzzicato sulla questione dei plagioclasi, hanno fatto sì che oggi si possa ragionevolmente concludere che in Liguria sono “certificate” 378 specie mineralogiche.
L’elenco sarà riportato su Prie di fine anno e la release iniziale potrebbe essere piuttosto scarsa di informazioni per motivi di tempo e spazio. Dati, anche ambiziosi, sono però in progress e in futuro lo stesso sarà ripresentato via via con le seguenti aggiunte per la maggior parte delle specie:
A) prima località di rinvenimento
B) eventuali altre importanti località
C) morfologia e dimensioni per la migliore località
D) anno di scoperta
E) anno di pubblicazione
F) autori della scoperta
G) autori e ente dello studio
H) metodi analitici
I) bibliografia principale
Ecc… ecc…

Il numero piuttosto alto di discrepanze mineralogiche che abbiamo riscontrato in Liguria dove pure da decenni c’è un “accanimento sistematico” al limite del patologico e una collaborazione amatori-professionisti a livelli piuttosto alti, la dice lunga sulle difficoltà che gravano sulle opere di catalogazione di questo tipo e ciò, con tutto il rispetto, sarà tanto più vero per quelle regioni ove di norma si seguono criteri più prettamente collezionistici e si viaggia più "a braccio".
Le “regole” cui faceva riferimento Marco e che allego non sono certo astruse: senz’altro molti di noi già le applichiamo mentalmente, ma il fatto di averle lì scritte può essere una sorta di memorandum che ci aiuta a comportarci in modo univoco.
Non ultimo sono ovviamente migliorabili con l’aiuto di voi tutti.
Allegati
regole.xls
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Messaggio da Marco E. Ciriotti » dom 17 dic, 2006 12:32

Grazie mille, Corrado. Molto, molto bene.
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Messaggio da Marco E. Ciriotti » sab 27 gen, 2007 11:15

Su Micro 1/2007 sono presenti tre note di confutazione e precisazione come da indice accluso. Le note costituiscono un buon esempio di come decertificare l'occorrenza di una specie.

1.) "portlandite" e "lime" ("calce") sono stati effettivamente rinvenuti a Gambatesa, Ne, Genova, Liguria ma è ora accertato che la matrice non è naturale: si tratta quindi degli analoghi sintetici di lime e portlandite.

2.) la metacinnabarite è presente a Levigliani, Stazzema, Lucca, Toscana, ma non alla galleria Cavetta. La presenza di weddellite a Levigliani, già data per incerta, è ora da considerarsi come non segnalata.

3.) la varietà ricca in titanio della fase naturale (Mg,Fe2+,Ti)9(SiO4)4(OH,F)2 rinvenuta all'ex miniera di Varenche, Nus, Valle d'Aosta non è clinohumite, ma hydroxylclinohumite. Nella breve nota si precisa altresì che il campione della specie n. 61 è stato rinvenuto da Giorgio Bortolozzi e che nella numerazione delle foto insisteva un errore.

In mindat.org tutte le necessarie precisazioni/correzioni soso già state apportate.
Allegati
2_Indice_1-2007_17-18_Indice.pdf
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » mar 22 lug, 2008 17:59

Metodi analitici per una corretta identificazione di una specie.
Salvo che nei casi in cui il campione manifesti una netta morfologia classica della specie e relativamente soltanto a minerali comuni le sole analisi qualitative o semiquantitive EDS/EDX non sono sufficienti per una sicura caratterizzazione della specie.

Salvo casi particolarmente complicati per una inappuntabile identificazione sono necessarie almeno le seguenti tipologie di analisi:
1) EDS semiquantitiva + PXRD (diffrazione a raggi X su polveri) oppure SX-XRD (diffrazione a raggi X su cristallo singolo) oppure Raman (spettrografia Raman);
2) WDS oppure EMPA/EPMA + PXRD oppure SX-XRD oppure micro-Raman.

In presenza di elementi leggeri quanto sopra potrebbe non bastare e si potrebbe rendere necessario operare con SIMS.

In presenza di Fe e Mn bi- e trivalenti (quadruplovalenti per Mn) potrebbe rendersi necessario l'uso del Mössbauer.

IR (raggi infrarossi) potrebbero essere di complemento per la corretta identificazione di specie minerali note.

Per specie nuove tutto quanto sopra indicato al punto 2) più una molteplicità di altre indagini analitiche (la lettura di una descrizione-tipo evidenzia bene quante e quali esse sono).
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » lun 09 feb, 2009 13:21

In merito alla certificazione di una valida specie minerale è necessario, in alcuni particolari casi, anche verificare e attestare con valide argomentazioni che il composto formatosi sia effettivamente un minerale e cioè che, oltre ad essere del tutto naturale (senza alcun intervento di azioni dell'uomo) e non antropogenico, per la sua formazione sia intervenuto o abbia - in qualche modo - contribuito anche un processo geologico.

(Al riguardo siete invitati a leggere con attenzione i due articoli sui minerali organici che prossimamente saranno pubblicati su Micro 1/2009 - aprile 2009)
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » lun 07 mag, 2012 9:52

Accludo qui la Scheda Beni Naturalistici - Mineralogia. In essa sono i criteri per la certificazione, identificazione e catalogazione di una specie minerale.
Allegati
Beni Naturalistici_Mineralogia_Normativa.pdf
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » sab 06 apr, 2013 15:27

Continuano a verificarsi numerosi episodi di campioni presentati fotograficamente su Mindat oppure messi in vendita sul web (e verosimilmente in altre occasioni) la cui identità è tutt'altro che confermata.
Alcune di queste persone sono anche soci AMI.
Invito categoricamente queste persone a smettere immediatamente dal proseguire con simili comportamenti che danno una pessima immagine internazionale sia all'associazione di cui fanno parte sia alla nazione stessa.

Qualora, nonostante questo avviso, perdurasse il modus operandi, il Consiglio Direttivo dell'AMI si riserva di prendere al riguardo tutte le decisioni del caso tendenti alla salvaguardia del buon nome dell'associazione.

Uomo avvisato, mezzo salvato!!!
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » ven 13 set, 2019 11:10

Referenza:
▪ Bosi, F., Hatert, F., Hålenius, U., Pasero, M., Miyawaki, R., Mills, S.J. (2019): On the application of the IMA-CNMNC dominant-valency rule to complex mineral compositions. Mineralogical Magazine, 83, 627-632.

Abstract:
Mineral species should be identified by an end-member formula and by using the dominant-valency rule as recommended by the IMA-CNMNC. However, the dominant-end-member approach has also been used in the literature. These two approaches generally converge, but for some intermediate compositions, significant differences between the dominant-valency rule and the dominant end-member approach can be observed. As demonstrated for garnet-supergroup minerals, for example, the end-member approach is ambiguous, since end-member proportions strongly depend on the calculation sequence. For this reason, the IMA-CNMNC strongly recommends the use of the dominant-valency rule for mineral nomenclature, because it alone may lead to unambiguous mineral identification. Although the simple application of the dominant-valency rule is successful for the identification of many mineral compositions, sometimes it leads to unbalanced end-member formulae, due to the occurrence of a coupled heterovalent substitution at two sites along with a heterovalent substitution at a single site. In these cases, it may be useful to use the site-total-charge approach to identify the dominant root-charge arrangement on which to apply the dominant-constituent rule. The dominant-valency rule and the site-total-charge approach may be considered two procedures complementary to each other for mineral identification. Their critical point is to find the most appropriate root-charge and atomic arrangements consistent with the overriding condition dictated by the end-member formula. These procedures were approved by the IMA−CNMNC in May 2019.
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » dom 29 set, 2019 11:30

Referenza:
▪ Bosi, F., Biagioni, C., Oberti, R. (2019): On the Chemical Identification and Classification of Minerals. Minerals, 9, 591; https://doi.org/10.3390/min9100591

Abstract
To univocally identify mineral species on the basis of their formula, the IMA-CNMNC recommends the use of the dominant-valency rule and/or the site-total-charge approach, which can be considered two procedures complementary to each other for mineral identification. In this regard, several worked examples are provided in this study along with some simple suggestions for a more consistent terminology and a straightforward use of mineral formulae. IMA-CNMNC guidelines subordinate the mineral structure to the mineral chemistry in the hierarchical scheme adopted for classification. Indeed, a contradiction appears when we first classify mineral species to form classes (based on their chemistry) and subsequently we group together them to form supergroups (based on their structure topology): To date, more than half of recognized mineral supergroups include species with different anions or anionic complexes. This observation is in contrast to the current use of chemical composition as the distinguishing factor at the highest level of mineral classification.
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Re: Come certificare l'occorrenza di una specie

Messaggio da Marco E. Ciriotti » gio 02 giu, 2022 10:26

Non sempre è strettamente necessario esaminare ogni cosa. Avendone le conoscenze, in alcuni casi, è possibile evitarlo.

Inserisco qui un interessante esempio riguardante le tormaline:

"In agreement with the structure-refinement results, the boron content was assumed to be stoichiometric (B3+ = 3.00 a.p.f.u.). Both the site-scattering results and the bond lengths of B and T are consistent with the B site fully occupied by boron and no amount of B3+ at the T site (e.g., Bosi and Lucchesi, 2007). Iron oxidation state was determined by MS. In accordance with Pesquera et al. (2016), the Li content was assumed to be insignificant as MgO > 2 wt.% in the sample studied. The (OH) content and the formula were then calculated by charge balance with the assumption (T + Y + Z) = 15 a.p.f.u. and 31 anions p.f.u. (Table 1). The excellent agreement between the number of electrons per formula unit (epfu) derived from EMPA and SREF (241.2 and 241.1 epfu, respectively) supports the stoichiometric assumptions."
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