Geologia in libertà...
Re: Geologia in libertà...
Riprendo il thread in questo periodo denso di impegni nonchè di studio e progettazioni di uscite geologiche (e mineralogiche)
calendarizzate già da tempo e di cui sto approfondendo alcuni aspetti connessi ai basamenti cristallini delle Alpi Retiche.
Non si poteva non trascurare un pò questa parte divulgativa a favore delle recenti parti di ricerca sul terreno in quota.
In questi momenti relativamente più liberi riprendo da dove eravamo rimasti : dall'alveo del Lemme riguardante porzioni litiche (boulders alluvionali) derivanti dallo smantellamento - rimaneggiamento alluvionale delle formazioni metamorfiche ancora più antiche relative al substrato metamorico correlato ai più interni settori liguri, boulders metacrostali oceanici dell'ex Oceano Ligure_Piemontese che hanno subito importanti eventi metamorfici subduttivi, rinvenuti sempre in questa parte dell'alveo del Lemme. Intanto vi presento le rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (sì ovviamente rimaniamo nel campo speculativo visto che parliamo di brandelli svincolati dai loro ammassi in posto originari). Ed anche perchè sono personalmente in attesa dei risultati da analisi in sezione sottile recentemente commissionate presso Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano da parte di un gentile e disponibile amico - collega.
Ecco i boluders di rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (metagabbri eclogitici parzialmente retrocessi del massiccio del Voltri oppure eventualmente metagabbri in facies "scisti blu" : le cosiddette "pegliti" chiamate così in generale non in riferimento toponomastico originario della zona di apporto, ovviamente). Apparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato), patine aranciate interne di ossidi di Fe ; il dubbio rimane sui femici (dubbio fondamentale da cui arguire poi la classificazione petrografica). L'ipotesi da cui ero partito in base alla frattura fresca di quello che aveva tutta l'aria di essere inizialmente attribuibile ad un metagabbro in facies "Scisti Blu" dell'Unità Cravasco-Voltaggio e così spulciando dalla cartografia CARG e risalendo a monte alle zone di alimentazione dell'alta valle son risalito per deduzione ai "Metagabbri di Rocca Crescione" anche se bacino imbrifero pesca anche dai "Metagabbri del Monte Lecco". Quello che parrebbe granato occhiometricamente, la cartografia CARG parrebbe confutarlo, visto che dalle paragenesi delle litofacies questa fase, curiosamente, non è contemplata. Così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). Per ora è ancora un mio piccolo rompicapo petrografico, ma presto, grazie all'ausilio di studi in sezione sottile (ringraziando in anticipo il mitico Dr.Alessandro Da Mommio ) potremmo risolvere l'arcano. E vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche del Voltri anche se in questo si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). Sono estremamente curioso a riguardo. A volte, benchè svincolati dagli ammassi originari e dunque di complessa attribuzione giacimentologica, gli alvei dei torrenti sono veri e propri musei petrografici all'aperto !
calendarizzate già da tempo e di cui sto approfondendo alcuni aspetti connessi ai basamenti cristallini delle Alpi Retiche.
Non si poteva non trascurare un pò questa parte divulgativa a favore delle recenti parti di ricerca sul terreno in quota.
In questi momenti relativamente più liberi riprendo da dove eravamo rimasti : dall'alveo del Lemme riguardante porzioni litiche (boulders alluvionali) derivanti dallo smantellamento - rimaneggiamento alluvionale delle formazioni metamorfiche ancora più antiche relative al substrato metamorico correlato ai più interni settori liguri, boulders metacrostali oceanici dell'ex Oceano Ligure_Piemontese che hanno subito importanti eventi metamorfici subduttivi, rinvenuti sempre in questa parte dell'alveo del Lemme. Intanto vi presento le rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (sì ovviamente rimaniamo nel campo speculativo visto che parliamo di brandelli svincolati dai loro ammassi in posto originari). Ed anche perchè sono personalmente in attesa dei risultati da analisi in sezione sottile recentemente commissionate presso Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano da parte di un gentile e disponibile amico - collega.
Ecco i boluders di rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (metagabbri eclogitici parzialmente retrocessi del massiccio del Voltri oppure eventualmente metagabbri in facies "scisti blu" : le cosiddette "pegliti" chiamate così in generale non in riferimento toponomastico originario della zona di apporto, ovviamente). Apparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato), patine aranciate interne di ossidi di Fe ; il dubbio rimane sui femici (dubbio fondamentale da cui arguire poi la classificazione petrografica). L'ipotesi da cui ero partito in base alla frattura fresca di quello che aveva tutta l'aria di essere inizialmente attribuibile ad un metagabbro in facies "Scisti Blu" dell'Unità Cravasco-Voltaggio e così spulciando dalla cartografia CARG e risalendo a monte alle zone di alimentazione dell'alta valle son risalito per deduzione ai "Metagabbri di Rocca Crescione" anche se bacino imbrifero pesca anche dai "Metagabbri del Monte Lecco". Quello che parrebbe granato occhiometricamente, la cartografia CARG parrebbe confutarlo, visto che dalle paragenesi delle litofacies questa fase, curiosamente, non è contemplata. Così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). Per ora è ancora un mio piccolo rompicapo petrografico, ma presto, grazie all'ausilio di studi in sezione sottile (ringraziando in anticipo il mitico Dr.Alessandro Da Mommio ) potremmo risolvere l'arcano. E vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche del Voltri anche se in questo si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). Sono estremamente curioso a riguardo. A volte, benchè svincolati dagli ammassi originari e dunque di complessa attribuzione giacimentologica, gli alvei dei torrenti sono veri e propri musei petrografici all'aperto !
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- Apparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato), patine aranciate interne di ossidi di Fe ; il dubbio rimane sui femici (dubbio fondamentale da cui arguire poi la classificazione petrografica). L'ipotesi da cui ero partito in base alla frattura fresca di quello che aveva tutta l'aria di essere inizialmente attribuibile ad un metagabbro in facies "Scisti Blu" dell'Unità Cravasco-Voltaggio e così spulciando dalla cartografia CARG e risalendo a monte alle zone di alimentazione dell'alta valle son risalito per deduzione ai "Metagabbri di Rocca Crescione" anche se bacino imbrifero pesca anche dai "Metagabbri del Monte Lecco". Quello che parrebbe granato occhiometricamente, la cartografia CARG parrebbe confutarlo, visto che dalle paragenesi delle litofacies questa fase, curiosamente, non è contemplata [la paragenesi in CARG è ad albite + Na-anfibolo +- Na-Ca-clinipirosseno +-clorite +-lawsonite +-epidoto +-pumpellyte +-titanite e poi Ox di Fe e Ti ed in questi metagabbri non si segnala granato, numerosi sono i relitti di clinopx primari magmatici (poi giadeizzati? che sarebbero tipici della facies a "Scisti Blu")]. Così come vedere se la sostituzione dei pirosseni primari magmatici sia data da pirosseni che tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). Per ora è ancora un mio piccolo rompicapo petrografico, ma presto, grazie all'ausilio di studi in sezione sottile (ringraziando in anticipo il mitico Dr.Alessandro Da Mommio ) potremmo risolvere l'arcano. E vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche del Voltri anche se in questo si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). E duque appurare se si rimane nell'ipotesi plausibile di origine connessa ai "Metagabbri di Rocca Crescione" o "Eclogiti del Voltri". Per ora è e rimane una specie di rompicapo, però non mi rassegno ! Dall'alveo del torrente Lemme blocco alluvionale ("boulder") rinvenuto tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
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- Dallo scorcio semplificato CARG Foglio Genova il torrente Lemme nel decorso del suo bacino imbrifero intaglia e trasporta gli ammassi dell'Unità 6 (Unità di M.te Figogna), dell'Unità 7 (Unità Cravasco-Voltaggio , in cui sono inseriti i metagabbri di cui si ipotizzava), nonchè dell'Unità 10 (Unità Voltri-Rossiglione).
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Bisognerà valutare se si tratta in effetti di granato così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti").
Ancora qualche considerazione prima di proseguire su interessanti scorci allo stereomicroscopio di una porzione del campione, in attesa di appurare, mediante studio in sezione sottile, le suddette eventuali ipotesi petrografiche sul tavolo e vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche dell'U.Voltri (anche se in questa unità si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). E dunque appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.
Alcuni colleghi propenderebbero per metagabbri eclogitici (dunque voltrini = U.Voltri unica nella pila delle falde ad aver raggiunto le paragenesi da picco eclogitico costituite dalla tipica associazione anidra granato + omfacite) ma bisognerà verificare se la blastesi è costituita da granato e, come già sopra ricordato, la composizione dei pirosseni alcalini ! Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica, ma non ne sono poi ora tanto sicuro : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono poi così certo sia granato l'altra fase [(guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx) e fuori (a dx)] . Il dubbio "occhiometrico" ci sta! Ad ogni modo, con le rocce dell'Unità Cravasco-Voltaggio (facendo sempre una delle ipostesi sul tavolo) saremmo in ammassi in letteratura annessi alla mitica e scompaginatissima "Zona Sestri-Voltaggio" (metamorficamente ma non strutturalmente considerata il limite Alpi / Appennini e che comprende oltre alle ofiolitiche Unità Cravasco-Voltaggio nonchè l'Unità di M.te Figogna, anche quella di margine continentale U.Gazzo-Isoverde) : rocce appartenenti a lembi del substrato magmatico della paleocrosta oceanica giurassica (+ margine continentale assottigliato per la Gazzo-Isoverde) che hanno subito un intenso metamorfismo barico ed una complessa evoluzione tettonometamorfica alpina in una zona "a cavallo" tra Alpi ed Appennini, che poi l'erosione ha smantellato ed il torrente Lemme ha trasportato a valle ! Che lunga storia geologica in un boulder alluvionale rinvenuto nel Lemme, anche indipendentemente dall'esito dell'analisi petrografica e dovesse propendere per metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica e dunque con attribuzione a questa o quell'unità metaofiolitica !
Ancora qualche considerazione prima di proseguire su interessanti scorci allo stereomicroscopio di una porzione del campione, in attesa di appurare, mediante studio in sezione sottile, le suddette eventuali ipotesi petrografiche sul tavolo e vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche dell'U.Voltri (anche se in questa unità si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). E dunque appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.
Alcuni colleghi propenderebbero per metagabbri eclogitici (dunque voltrini = U.Voltri unica nella pila delle falde ad aver raggiunto le paragenesi da picco eclogitico costituite dalla tipica associazione anidra granato + omfacite) ma bisognerà verificare se la blastesi è costituita da granato e, come già sopra ricordato, la composizione dei pirosseni alcalini ! Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica, ma non ne sono poi ora tanto sicuro : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono poi così certo sia granato l'altra fase [(guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx) e fuori (a dx)] . Il dubbio "occhiometrico" ci sta! Ad ogni modo, con le rocce dell'Unità Cravasco-Voltaggio (facendo sempre una delle ipostesi sul tavolo) saremmo in ammassi in letteratura annessi alla mitica e scompaginatissima "Zona Sestri-Voltaggio" (metamorficamente ma non strutturalmente considerata il limite Alpi / Appennini e che comprende oltre alle ofiolitiche Unità Cravasco-Voltaggio nonchè l'Unità di M.te Figogna, anche quella di margine continentale U.Gazzo-Isoverde) : rocce appartenenti a lembi del substrato magmatico della paleocrosta oceanica giurassica (+ margine continentale assottigliato per la Gazzo-Isoverde) che hanno subito un intenso metamorfismo barico ed una complessa evoluzione tettonometamorfica alpina in una zona "a cavallo" tra Alpi ed Appennini, che poi l'erosione ha smantellato ed il torrente Lemme ha trasportato a valle ! Che lunga storia geologica in un boulder alluvionale rinvenuto nel Lemme, anche indipendentemente dall'esito dell'analisi petrografica e dovesse propendere per metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica e dunque con attribuzione a questa o quell'unità metaofiolitica !
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- In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica, infatti pparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato).
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- In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica (e dunque origine voltrina), ma non ne sono poi ora tanto sicuro : : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono certo sia granato l'altra fase. Guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx - in frattura fresca) e fuori (a dx - crosta da weathering) (ad ogni modo con il dr.Da Mommio sono in attesa di qualche sezione sottile per risolvere l'arcano). Il dubbio, per ora, ci sta !
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- In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica (e dunque origine voltrina), ma non ne sono poi ora tanto sicuro : : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono certo sia granato l'altra fase. Guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx - in frattura fresca) e fuori (a dx - crosta da weathering) (ad ogni modo con il dr.Da Mommio sono in attesa di qualche sezione sottile per risolvere l'arcano). Il dubbio, per ora, ci sta !
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Sempre rimanendo nel campo speculativo delle ipotesi petrografiche bisognerà appurare se si rimane nell'ipotesi
metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.
Intanto alcuni interessanti ed affascinanti particolari micro allo stereomicroscopio
di suddetto campione proveniente dall'alveo del Lemme !
metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.
Intanto alcuni interessanti ed affascinanti particolari micro allo stereomicroscopio
di suddetto campione proveniente dall'alveo del Lemme !
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- Ovviamente siamo nel campo speculativo delle ipotesi a) metagabbri in facies scisti blu o b) metagabbri in facies eclogitica : bisognerà valutare se si tratta in effetti di granato così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti").
Il marroncino forse titanite o horneblenda bruna ? Il roseè e l'aranciato granato ? (benchè quest'ultima fase non segnalata nell'ipotesi litologica avanzata) il verdino tendente al giallino epidoto ? Per tutto, si rimane ancora nel pieno campo delle ipotesi.
Rimanendo in una delle ipotesi (metagabbri in facies scisti blu) di origine eventualmente connessa ai "Metagabbri di Rocca Crescione" la paragenesi in CARG è ad albite + Na-anfibolo +- Na-Ca-clinipirosseno +-clorite +-lawsonite +-epidoto +-pumpellyte +-titanite e poi Ox di Fe e Ti ed in questi metagabbri non si segnala granato, numerosi sono i relitti di clinopx primari magmatici (poi giadeizzati? che sarebbero tipici della facies a "Scisti Blu"). Per ora è e rimane una specie di rompicapo, però non mi rassegno ! ;) Dall'alveo del torrente Lemme blocco alluvionale rinvenuto tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
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- L'anisotropia tessiturale e le caratteristiche primarie della roccia parrebbero essere conservate ; intanto un particolare in macro di quello che parrebbe un relitto di clinopirosseno primario (le fratture sembrano seguire preferenzialmente ed indicare tracce di sfaldatura tipicamente a 90°) poi giadeizzato (?) nell'evento HP-LT che, nel caso, sarebbero segnalati (clinopirosseno sodico) anche dal CARG e tipici della facies a "Scisti Blu". Ad ogni modo, per questa ipotesi, bisognerà appurare la composizione del pirosseno se tendente effettivamente alla giadeite oppure all'omfacite tipica del picco eclogitico.
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- Particolare con solfuro incorporato entro il pirosseno alcalino in questione che sostituisce quello originario - primario (magmatico) o meglio entro quello che parrebbe un relitto di clinopirosseno primario (le fratture sembrano seguire preferenzialmente ed indicare tracce di sfaldatura tipicamente a 90°) poi giadeizzato (?)
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Rimanendo nel campo speculativo delle ipotesi petrografiche sopra illustrate,
altri particolari micro allo stereomicroscopio di suddetto campione proveniente
dall'alveo del Lemme. Propongo altri scorci su quelli che potrebbero essere
o metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica!
altri particolari micro allo stereomicroscopio di suddetto campione proveniente
dall'alveo del Lemme. Propongo altri scorci su quelli che potrebbero essere
o metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica!
- Allegati
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- solito roseè + aranciato di cui conservo i dubbi e che la CARG contribuisce ad approfondirli (i dubbi), visto che la fase granatifera qui (ammesso che si propenda per la tesi metagabbrica in facies scisti blu), dalla letteratura CARG, non è contemplata nè in legenda nè nelle memorie descrittive (...)
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Con questi ultimi particolari micro allo stereomicroscopio chiudo in merito a suddetto campione proveniente
dall'alveo del Lemme, in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile. Propongo solo
quest'altra terna di particolari su quelli che potrebbero essere o metagabbri in facies eclogitica (con la tipica
associazione anidra granato + pirosseno sodico omfacitico) o con facies idrate metagabbri in facies scisti blu
(su cui si propenderebbe in caso di verificata presenza di fasi idrate sodiche con tipico il glaucofane, e per la
presenza di pirosseno sodico giadeitico). Ora bisognerà pazientare l'esito dell'indagine, su cui, ovviamente, vi
terrò informati! Lasciamo ora le tematiche petrografiche relative alle vicende dei basamenti cristallini
della crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore).
Ad ogni modo gli alvei dei torrenti, nel caso del Lemme, sono veri e propri musei petrografici all'aperto !
dall'alveo del Lemme, in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile. Propongo solo
quest'altra terna di particolari su quelli che potrebbero essere o metagabbri in facies eclogitica (con la tipica
associazione anidra granato + pirosseno sodico omfacitico) o con facies idrate metagabbri in facies scisti blu
(su cui si propenderebbe in caso di verificata presenza di fasi idrate sodiche con tipico il glaucofane, e per la
presenza di pirosseno sodico giadeitico). Ora bisognerà pazientare l'esito dell'indagine, su cui, ovviamente, vi
terrò informati! Lasciamo ora le tematiche petrografiche relative alle vicende dei basamenti cristallini
della crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore).
Ad ogni modo gli alvei dei torrenti, nel caso del Lemme, sono veri e propri musei petrografici all'aperto !
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- in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
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- in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
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- in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Il dubbio di attribuzione petrografica è anche in base al decorso del Lemme che prevederebbe ambo le possibilità succitate ; ad ogni modo, inizialmente propendevo maggiormente per l'eventualità eclogitica ossia metagabbri in facies eclogitica (con la tipica associazione anidra granato + pirosseno sodico omfacitico) anche se alcune fasi apparentemente non mi quadravano molto ... nelle eclogiti del sistema mafico (vedi appunto ex gabbri) solitamente simplectiti di granato piraslpitico ed epidoto zoisitico operano una sostituzione a spese dell'ex plagioclasio primario magmatico del gabbro (ora nel suddetto campione questo è morfologicamente/cromaticamente possibile nell'evidenza "occhiometrica" ma il punto è : le macchie aranciate sarebbero granato? E le macchie verdino-chiare chiare potrebbero essere zoisite?) mentre, come già ricordato, pirosseno alcalino sodico omfacitico opera una sostituzione pseudomorfa a spese dell'ex pirosseno primario magmatico (l'avremmo anche visto in un contributo precedente, ma il punto è : le macchie verdi più scure sarebbero pirosseno omfacitico o giadeitico?), mentre gli (ex) Fe/Ti-Ox primari evolvono in rutilo ed altri ossidi nell'eclogite. Tutto da verificare.
Inoltre, anche per il fatto che il confronto fatto con altri metagabbri eclogitici visti in affioramento non del tutto collimano (non che poi questa sia la questione modale della faccenda) o collimano solo in parte; ad ogni modo, questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite : la propongo sia nella sua parte tagliata che nella sua parte grezza !
Inoltre, anche per il fatto che il confronto fatto con altri metagabbri eclogitici visti in affioramento non del tutto collimano (non che poi questa sia la questione modale della faccenda) o collimano solo in parte; ad ogni modo, questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite : la propongo sia nella sua parte tagliata che nella sua parte grezza !
- Allegati
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Lasciamo (per ora) le interessanti tematiche petrografiche relative alle vicende dei variopinti basamenti cristallini
della meta-crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraficamente superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore). Ora, in quel tratto fortemente inciso del
Lemme che metteva a nudo la parte della colonnina della formazione in parola (che avevamo già visto nei contributi
precedenti) si poteva sì osservare la porzione alta della formazione, ma per scorgere la parte più alta in assoluto, prima
che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove,
nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche
per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti
sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top)
della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf.
della meta-crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraficamente superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore). Ora, in quel tratto fortemente inciso del
Lemme che metteva a nudo la parte della colonnina della formazione in parola (che avevamo già visto nei contributi
precedenti) si poteva sì osservare la porzione alta della formazione, ma per scorgere la parte più alta in assoluto, prima
che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove,
nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche
per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti
sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top)
della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf.
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- Eravamo rimasti qui : passaggio invernale nel greto del torrente Lemme per analisi delle sue sponde localmente intagliate nella parte alta (top) delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore) poco prima del contatto stratigrafico con le sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano) all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).
Questo è uno scorcio al crepuscolo invernale verso S dell'alveo incassato (litologie dell'Areasa affioranti splendidamente ed in continuità sulla dx = ossia sulla sponda in riva idr. sx) : in questo settore il torrente incide profondamente le formazioni mioceniche marine della monoclinale (che immergono a NW), generando sponde anche di notevole altezza. Ora lo vediamo così "micio micio" praticamente "in secca" con una portata minima (e con profondità max di qualche dm) e direi fortunatamente al fine di girovagare e fare interessanti osservazioni dall'alveo lungo le sponde con un semplice paio di stivali di gomma). Tra Gavi e Sermoria - Carrosio (AL), Piemonte.
Siccome la parte più alta (ancora al di sopra dei terreni - già appartenenti alla parte alta - che vediamo), ossia il top dell'Areasa, non affiora qui in quanto sovraerosa e ricoperta dai terreni allunionali recenti del Lemme : per scorgere duque la parte più alta in assoluto (il top dell'Areasa) dobbiamo spostiamoci un attimo da qui...
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- ...per tornare in Valle Scrivia. Ecco uno scorcio dalla Carta al 1:100'000 che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa", prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- Contributo in foto satellitare che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole", punti a - b), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Proseguiamo tornando in Valle Scrivia. Ecco la zona (su marcata con "punto c"), che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa", prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
In realtà il limite "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole", combinando i dati di rilevamento sul terreno (anche in base ai succitati lavori di sbancamento per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico") e quelli pubblicati mediante la Carta geologico-strutturale di Arquata Scrivia, passerebbe poco più occidentalmente rispetto alla vecchia cartografia al 1:100'000 ; ad ogni modo, un temporaneo parziale sbancamento nel riquadro "c" mostrerebbe in affioramento proprio la parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa".
In realtà il limite "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole", combinando i dati di rilevamento sul terreno (anche in base ai succitati lavori di sbancamento per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico") e quelli pubblicati mediante la Carta geologico-strutturale di Arquata Scrivia, passerebbe poco più occidentalmente rispetto alla vecchia cartografia al 1:100'000 ; ad ogni modo, un temporaneo parziale sbancamento nel riquadro "c" mostrerebbe in affioramento proprio la parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa".
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- Contributo in foto satellitare che evidenzia più nel dettaglio la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"). Qui, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- Contributo elaborato su base foto satellitare che evidenzia più nel dettaglio la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"): in azzurro il limite stratigrafico tra le due formazioni citate.
Qui, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Dai dintorni di Mass.ia Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa". Affioramenti che, purtroppo, come già detto, non sono direttamente accessibili senza permesso da parte della società e sorvegliati dagli addetti. Ad ogni modo, nel caso, accontentiamoci, visto che possibilmente sono anche affioramenti temporanei prima di eventuali lavori esterni che celeranno quel che ora posso mostrare in foto.
E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il grigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits")
E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il grigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits")
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- Dai dintorni di Mass.Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").
Parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").
Parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
E' possibile osservare le litologie della parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" caratterizzata da diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").Dai dintorni di Mass.ia Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa". Affioramenti che, purtroppo, come già detto, non sono direttamente accessibili senza permesso da parte della società e sorvegliati dagli addetti. Ad ogni modo, nel caso, accontentiamoci, visto che possibilmente sono anche affioramenti temporanei prima di eventuali lavori esterni che celeranno quel che ora posso mostrare in foto. Parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- Foto in lieve continuità laterale sia cardinale (S-N, qui : S) sia stratigrafica (sotto-sopra, qui : sotto). E' possibile osservare (solo in panorama, purtroppo vista la zona interdetta ai non addetti ai lavori) le litologie di diverse cromie affioranti a seguito lavori del "Terzo Valico" relative alla parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- Foto in lieve continuità laterale sia cardinale (S-N, qui : N) sia stratigrafica (sotto-sopra, qui : sopra). E' possibile osservare (solo in panorama, purtroppo vista la zona interdetta ai non addetti ai lavori) le litologie di diverse cromie affioranti a seguito lavori del "Terzo Valico" relative alla parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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- particolari strat.superiori della nostra "Formazione di Costa Areasa" caratterizzata da diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").
Comunque, in detto particolare, evidenti torbiditi arenacee più ocracee (a sx) sopra varie emipelagiti a diversa composizione (e tonalità di colore grigio).
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Il contatto stratigrafico (passaggio non netto ma evolutivo - transizionale) tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" alla successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole" è proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del riquadro bianco demarcato con "x") che al tempo della foto era ancora in affioramento e non ancora celato da opere successive : litologie che si intravvedono dalla strada nell'intercapedine sbancamento - muri in cls. Stratigraficamente parlando, da lì sopra in poi son tutte marne (Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata e dai prati sottostanti (benchè non esposte dai lavori, come anche si evince dalla linea azzurra di passaggio formazionale dai dati di letteratura e dalle evidenze dirette in situ ).
Il contatto lo andremo a visionare bene, mettendolo in affioramento, anche in Val Lemme ed in Val Neirone.
Il contatto lo andremo a visionare bene, mettendolo in affioramento, anche in Val Lemme ed in Val Neirone.
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- Da contributo satellitare particolareggiato il contatto stratigrafico (passaggio non netto ma evolutivo - transizionale, evidenziato in linea azzurra) tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" alla successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole" è proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del riquadro bianco demarcato con "x") che al tempo della foto era ancora in affioramento e non ancora celato da opere successive : litologie che si intravvedono dalla strada nell'intercapedine sbancamento - muri in cls. Stratigraficamente parlando, da lì sopra in poi son tutte marne (Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata e dai prati sottostanti (benchè non esposte dai lavori, come anche si evince dalla linea azzurra di passaggio formazionale dai dati di letteratura e dalle evidenze dirette in situ).
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- Muro di contenimento, dietro al quale si evidenzia lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").
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- Dietro suddetto muro di contenimento, c'è un'intercapedine che permette (permetteva?) di evidenziare lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").
Le litologie che si intravvedono (dalla strada attraverso l'intercapedine sbancamento - muri in cls), immergono verso sx foto (WNW) e stratigraficamente parlando, da qui in poi son tutte marne (base Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata (dai prati sottostanti, più a sx oltre ang.sx foto, non in foto) benchè non esposte dai lavori.
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Lasciamo ora le osservazioni riguardanti gli ammassi messi in affioramento dall'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" in valle Scrivia e, prima di discutere diffusamente della nostra successiva formazione nella colonnina del BTP, ossia delle "Marne di Cessole", andiamo in varie località circostanti nell'ambito dell'Appennino tortonese-alessandrino a cogliere il passaggio stratigrafico tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" e la parte inferiore della successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole".
Lasciamo la parte alta (top) delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore, che testimoniano le condizioni di un ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina) ed andiamo al contatto stratigrafico con le sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano. Ricordo anche come questa formazione si sia deposta in ambienti di piattaforma esterna, in condizioni bacinali controllati dalla tettonica distensiva che aveva già creato condizioni di una forte subsidenza che partiva " a spot" ossia localizzata dall'Aquitaniano - vedi "paleobasso della Valle Scrivia" - una subsidenza in settori localizzati per poi arrivare ad una generalizzata subsidenza che infine riguarderà tutto il bacino con la fine del Burdigaliano e soprattutto con il Langhiano attraverso l'ubiquitaria - visto che affiora in tutti i settori - deposizione delle succitate "Marne di Cessole" che stiamo per osservare e studiare come formazione successiva alla "Formazione di Costa Areasa") all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).
Bisogna altresì ricordare che le "Marne di Cessole" determinano, come già detto, una generalizzata subsidenza (e conseguente perpetrante trasgressione già iniziata dalle "Marne di Rigoroso" trasgressive sui conglomerati oligocenici di Savignone - Borbera - Molare che vennero "annegati") che continua e che infine riguarderà tutto il bacino del BTP alla scala interregionale ; tuttavia, rispetto alla localizzata e già osservata "Formazione di Costa Areasa"-> le "Marne di Cessole" segnano un contatto in moderata e localizzata tendenza di regressione (infatti localmente si passa da un più profondo ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina -> ad un più superficiale ambiente di piattaforma esterna) mentre, visto che le non ubiquitarie Formazioni di "Costa Montada" (rapida limitata e circostanziata regressione) prima e della "Costa Areasa" (nuova persistente e continuativa trasgressione) poi, segnano la deposizione già in un ambiente profondo ma contingentato di "paleobasso" strutturale (localizzato nelle aree dell'attuale valle Scrivia) : possiamo affermare che il passaggio generalizzato alle "Marne di Cessole" regionalmente è in leggera regressione tra tutte le altre formazioni ubiquitarie della monoclinale. Il Burdigaliano superiore e soprattutto il Langhiano (!) dunque determinano il generalizzato estendersi di condizioni paleogeografiche e sedimentarie uniformi (!!) in tutta l'area bacinale del BTP. E non solo ; laddove il paleobasso sciviano non c'era (e di conseguenza non si depositarono le formazioni di "Costa Montada" e di "Costa Areasa") il passaggio dalla ubiquitarie "Marne di Rigoroso" alle ubiquitarie "Marne di Cessole" si realizza mediante lacuna stratigrafica in questa parte del Miocene + discordanza angolare (difficile da cogliere sul terreno per via della copertura vegetale che la maschera e per la natura molto friabile ed a stratificazione quasi indistinta delle 2 formazioni in parola) : ad ogni modo, ciò determina il fatto che le peliti siltose delle "Marne di Cessole" segnano anche l'inizio di una nuova sequenza stratigrafica entro la colonnina del BTP !
Lasciamo la parte alta (top) delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore, che testimoniano le condizioni di un ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina) ed andiamo al contatto stratigrafico con le sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano. Ricordo anche come questa formazione si sia deposta in ambienti di piattaforma esterna, in condizioni bacinali controllati dalla tettonica distensiva che aveva già creato condizioni di una forte subsidenza che partiva " a spot" ossia localizzata dall'Aquitaniano - vedi "paleobasso della Valle Scrivia" - una subsidenza in settori localizzati per poi arrivare ad una generalizzata subsidenza che infine riguarderà tutto il bacino con la fine del Burdigaliano e soprattutto con il Langhiano attraverso l'ubiquitaria - visto che affiora in tutti i settori - deposizione delle succitate "Marne di Cessole" che stiamo per osservare e studiare come formazione successiva alla "Formazione di Costa Areasa") all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).
Bisogna altresì ricordare che le "Marne di Cessole" determinano, come già detto, una generalizzata subsidenza (e conseguente perpetrante trasgressione già iniziata dalle "Marne di Rigoroso" trasgressive sui conglomerati oligocenici di Savignone - Borbera - Molare che vennero "annegati") che continua e che infine riguarderà tutto il bacino del BTP alla scala interregionale ; tuttavia, rispetto alla localizzata e già osservata "Formazione di Costa Areasa"-> le "Marne di Cessole" segnano un contatto in moderata e localizzata tendenza di regressione (infatti localmente si passa da un più profondo ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina -> ad un più superficiale ambiente di piattaforma esterna) mentre, visto che le non ubiquitarie Formazioni di "Costa Montada" (rapida limitata e circostanziata regressione) prima e della "Costa Areasa" (nuova persistente e continuativa trasgressione) poi, segnano la deposizione già in un ambiente profondo ma contingentato di "paleobasso" strutturale (localizzato nelle aree dell'attuale valle Scrivia) : possiamo affermare che il passaggio generalizzato alle "Marne di Cessole" regionalmente è in leggera regressione tra tutte le altre formazioni ubiquitarie della monoclinale. Il Burdigaliano superiore e soprattutto il Langhiano (!) dunque determinano il generalizzato estendersi di condizioni paleogeografiche e sedimentarie uniformi (!!) in tutta l'area bacinale del BTP. E non solo ; laddove il paleobasso sciviano non c'era (e di conseguenza non si depositarono le formazioni di "Costa Montada" e di "Costa Areasa") il passaggio dalla ubiquitarie "Marne di Rigoroso" alle ubiquitarie "Marne di Cessole" si realizza mediante lacuna stratigrafica in questa parte del Miocene + discordanza angolare (difficile da cogliere sul terreno per via della copertura vegetale che la maschera e per la natura molto friabile ed a stratificazione quasi indistinta delle 2 formazioni in parola) : ad ogni modo, ciò determina il fatto che le peliti siltose delle "Marne di Cessole" segnano anche l'inizio di una nuova sequenza stratigrafica entro la colonnina del BTP !
- Allegati
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- Aspettiamo un attimo prima di entrare nelle litologie che si intravvedono (dalla strada attraverso l'intercapedine sbancamento - muri in cls), immergono verso sx foto (WNW) e che, stratigraficamente parlando, da qui in poi son tutte marne (marne siltose) che appartengono alla base della Form.delle "Marne di Cessole". Tali litologie le osserveremo dopo aver attraversato il contatto (che metteremo in esposizione in altre località : vedi 3°contributo satellitare). Queste litologie marnose affiorano dietro suddetto muro di contenimento legato alle opere dell'AltaVelocità : c'è un'intercapedine che permette (permetteva?) di evidenziare dalla strada lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").
Ora pensiamo ad andare a visitare (mettendo in esposizione) il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" in altre località !
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Andiamo ad osservare il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" ossia meglio declinato : il contatto stratigrafico tra la parte alta (top ossia il "tetto") delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore, che testimoniano le condizioni di un ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina) passanti transizionalmente alla parte inferiore delle sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano. Ricordo anche come questa formazione si sia deposta in ambienti di piattaforma esterna, in condizioni bacinali controllati dalla tettonica distensiva che aveva già creato condizioni di una forte subsidenza che partiva " a spot" ossia localizzata dall'Aquitaniano - vedi "paleobasso della Valle Scrivia" - una subsidenza in settori localizzati per poi arrivare ad una generalizzata subsidenza che infine riguarderà tutto il bacino con la fine del Burdigaliano e soprattutto con il Langhiano attraverso l'ubiquitaria - visto che affiora in tutti i settori - deposizione delle succitate "Marne di Cessole" che stiamo per osservare e studiare come formazione successiva alla "Formazione di Costa Areasa") all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).
Tale contatto "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole" andiamolo a visionare bene in situ,
mettendolo in affioramento in Val Lemme ed in Val Neirone : partiamo da quest'ultima vallata ;
(vedi riferimento satellitare succitato con riquadro "mat" dove, con un pò di fatica. provvederemo
a metterlo in esposizione laddove i segnali geomorfologici della collina ci hanno aiutato non poco)
Tale contatto "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole" andiamolo a visionare bene in situ,
mettendolo in affioramento in Val Lemme ed in Val Neirone : partiamo da quest'ultima vallata ;
(vedi riferimento satellitare succitato con riquadro "mat" dove, con un pò di fatica. provvederemo
a metterlo in esposizione laddove i segnali geomorfologici della collina ci hanno aiutato non poco)
- Allegati
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- Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" che osserveremo in situ.
Il passaggio formazionale visionato in esposizione si realizza in affioramento demarcato con "c" (mentre "a" e "b" rappresentano particolari "a spot" di affioramento del tetto delle torbiditi della "Formazione di Costa Areasa" appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale).
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta"
dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole":
ecco alcuni utili riferimenti topografici per inforvcare il sentiero ed arrivare in cima
ad una graziosa collina laddove anche gli inequivocabili segnali geomorfologici offerti
dall'ambiente (arenarie torbiditiche della form. dell'Areasa più competenti tendono a
formare piccole creste leggermente più resistenti all'erosione selettiva rispetto alle più
tenere litologie marnose della form di Cessole meno competenti tendono a formare
omogenei dolci pendii poco acclivi e senza l'affioramento delle arenarie) ci hanno
aiutato non poco nell'individuazione della zona di contatto, che abbiamo provveduto
a mettere temporaneamente a nudo (prima di ripristinare la piccola trincea trasversale
ad esso di pochi dm). Qui di seguito utili indicazioni per risalire alla zona in parola.
dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole":
ecco alcuni utili riferimenti topografici per inforvcare il sentiero ed arrivare in cima
ad una graziosa collina laddove anche gli inequivocabili segnali geomorfologici offerti
dall'ambiente (arenarie torbiditiche della form. dell'Areasa più competenti tendono a
formare piccole creste leggermente più resistenti all'erosione selettiva rispetto alle più
tenere litologie marnose della form di Cessole meno competenti tendono a formare
omogenei dolci pendii poco acclivi e senza l'affioramento delle arenarie) ci hanno
aiutato non poco nell'individuazione della zona di contatto, che abbiamo provveduto
a mettere temporaneamente a nudo (prima di ripristinare la piccola trincea trasversale
ad esso di pochi dm). Qui di seguito utili indicazioni per risalire alla zona in parola.
- Allegati
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- Riferimento all'incrocio in cui la piccola carrozzabile - sentiero (che porta alla zona dell'affioramento del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" messo in esposizione) si distacca, procedendo verso S, dalla sp di fondovalle, in Val Neirone portandoci nella zona interessante ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" (il cui incipit è marcato anche da relativa cartellonistica).
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- Riferimento all'incrocio in cui la piccola carrozzabile - sentiero (che porta alla zona dell'affioramento del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" messo in esposizione) si distacca, procedendo verso S, dalla sp di fondovalle, in Val Neirone portandoci nella zona interessante ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" (il cui incipit è marcato anche da relativa cartellonistica - qui in foto -).
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- Oltre il campo (depositi rimaneggiati su substrato alluvionale quaternario) crestina e pendii modellati nell'Areasa e relativo arrivo in zona affioramento "b" (a dx) mentre risalendo la piccola dorsaletta si svalica la collinetta (dalla crestina in cima in poi = aff."c") dove, oltre il crinale, si rileva la zona del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole", in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta".
Ricordando che il passaggio formazionale visionato in esposizione si realizza in affioramento demarcato con "c" (mentre "a" e "b" rappresentano particolari "a spot" di affioramento del tetto delle torbiditi della "Formazione di Costa Areasa" appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale).
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
Re: Geologia in libertà...
Oltre il campo (depositi rimaneggiati su substrato alluvionale quaternario) crestina e pendii modellati nell'Areasa e relativo arrivo in zona affioramento "b" (a dx) mentre risalendo la piccola dorsaletta si svalica la collinetta (dalla crestina in cima in poi = aff."c") dove, oltre il crinale (modellato nelle formazioni marine del "mare interno padano" su cui ci stiamo soffermando da tempo), si rileva la zona del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole", in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta".
- Allegati
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- In primo piano la crestina morfologica (aff."c") che rappresenta il tetto "Formazione di Costa Areasa" che si immerge al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole" (che affiorano al di là di detta crestina morfologica) : con un piccolo scoperchiamento della coltra di alterazione superficiale il contatto potrà considerarsi esposto !
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- Particolare in affioramento delle litologie in cui è intagliata la crestina morfologica (aff."c") che rappresenta il tetto "Formazione di Costa Areasa" che si immerge al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole" (che affiorano al di là di detta crestina morfologica) : con un piccolo scoperchiamento della coltra di alterazione superficiale il contatto potrà considerarsi esposto !
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- Al di sotto della coltre di alterazione pedogenizzata e preda della vegetazione fanno capolino in maniera evidente le torbiditi (con i già citati strati arenacei laminati) della parte alta (tetto stratigrafico) della "Formazione di Costa Areasa" (qui affiorante, come si vede in maniera discontinua = ossia "a spot" relativamente all' aff."a") appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale, ossia poco prima ( = ossia poco sotto) che esse si immergano al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole".
"Geologo è colui che legge un libro che è la Terra,le cui pagine a volte contorte sono le rocce,è1libro bellissimo che parla delle pressioni, dello spazio, e degli abissi del tempo remoto.Ed i minerali sono i custodi di questa storia... "
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