Geologia in libertà...

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angelo
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 08 ago, 2016 11:57

Riprendo il thread in questo periodo denso di impegni nonchè di studio e progettazioni di uscite geologiche (e mineralogiche)
calendarizzate già da tempo e di cui sto approfondendo alcuni aspetti connessi ai basamenti cristallini delle Alpi Retiche.
Non si poteva non trascurare un pò questa parte divulgativa a favore delle recenti parti di ricerca sul terreno in quota. :wink:

In questi momenti relativamente più liberi riprendo da dove eravamo rimasti : dall'alveo del Lemme riguardante porzioni litiche (boulders alluvionali) derivanti dallo smantellamento - rimaneggiamento alluvionale delle formazioni metamorfiche ancora più antiche relative al substrato metamorico correlato ai più interni settori liguri, boulders metacrostali oceanici dell'ex Oceano Ligure_Piemontese che hanno subito importanti eventi metamorfici subduttivi, rinvenuti sempre in questa parte dell'alveo del Lemme. Intanto vi presento le rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (sì ovviamente rimaniamo nel campo speculativo visto che parliamo di brandelli svincolati dai loro ammassi in posto originari). Ed anche perchè sono personalmente in attesa dei risultati da analisi in sezione sottile recentemente commissionate presso Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano da parte di un gentile e disponibile amico - collega.

Ecco i boluders di rocce come rinvenute ed in frattura fresca, dopo facciamo qualche ipotesi (metagabbri eclogitici parzialmente retrocessi del massiccio del Voltri oppure eventualmente metagabbri in facies "scisti blu" : le cosiddette "pegliti" chiamate così in generale non in riferimento toponomastico originario della zona di apporto, ovviamente). Apparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato), patine aranciate interne di ossidi di Fe ; il dubbio rimane sui femici (dubbio fondamentale da cui arguire poi la classificazione petrografica). L'ipotesi da cui ero partito in base alla frattura fresca di quello che aveva tutta l'aria di essere inizialmente attribuibile ad un metagabbro in facies "Scisti Blu" dell'Unità Cravasco-Voltaggio e così spulciando dalla cartografia CARG e risalendo a monte alle zone di alimentazione dell'alta valle son risalito per deduzione ai "Metagabbri di Rocca Crescione" anche se bacino imbrifero pesca anche dai "Metagabbri del Monte Lecco". Quello che parrebbe granato occhiometricamente, la cartografia CARG parrebbe confutarlo, visto che dalle paragenesi delle litofacies questa fase, curiosamente, non è contemplata. Così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). Per ora è ancora un mio piccolo rompicapo petrografico, ma presto, grazie all'ausilio di studi in sezione sottile (ringraziando in anticipo il mitico Dr.Alessandro Da Mommio ) potremmo risolvere l'arcano. E vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche del Voltri anche se in questo si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). Sono estremamente curioso a riguardo. A volte, benchè svincolati dagli ammassi originari e dunque di complessa attribuzione giacimentologica, gli alvei dei torrenti sono veri e propri musei petrografici all'aperto ! :o
Allegati
cessole 273 in alveo lemme sc.blu o eclog  F.JPG
Apparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato), patine aranciate interne di ossidi di Fe ; il dubbio rimane sui femici (dubbio fondamentale da cui arguire poi la classificazione petrografica). L'ipotesi da cui ero partito in base alla frattura fresca di quello che aveva tutta l'aria di essere inizialmente attribuibile ad un metagabbro in facies "Scisti Blu" dell'Unità Cravasco-Voltaggio e così spulciando dalla cartografia CARG e risalendo a monte alle zone di alimentazione dell'alta valle son risalito per deduzione ai "Metagabbri di Rocca Crescione" anche se bacino imbrifero pesca anche dai "Metagabbri del Monte Lecco". Quello che parrebbe granato occhiometricamente, la cartografia CARG parrebbe confutarlo, visto che dalle paragenesi delle litofacies questa fase, curiosamente, non è contemplata [la paragenesi in CARG è ad albite + Na-anfibolo +- Na-Ca-clinipirosseno +-clorite +-lawsonite +-epidoto +-pumpellyte +-titanite e poi Ox di Fe e Ti ed in questi metagabbri non si segnala granato, numerosi sono i relitti di clinopx primari magmatici (poi giadeizzati? che sarebbero tipici della facies a "Scisti Blu")]. Così come vedere se la sostituzione dei pirosseni primari magmatici sia data da pirosseni che tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). Per ora è ancora un mio piccolo rompicapo petrografico, ma presto, grazie all'ausilio di studi in sezione sottile (ringraziando in anticipo il mitico Dr.Alessandro Da Mommio ) potremmo risolvere l'arcano. E vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche del Voltri anche se in questo si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). E duque appurare se si rimane nell'ipotesi plausibile di origine connessa ai "Metagabbri di Rocca Crescione" o "Eclogiti del Voltri". Per ora è e rimane una specie di rompicapo, però non mi rassegno ! Dall'alveo del torrente Lemme blocco alluvionale ("boulder") rinvenuto tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
metagabbri in alveo Lemme CARG ge 005.JPG
Dallo scorcio semplificato CARG Foglio Genova il torrente Lemme nel decorso del suo bacino imbrifero intaglia e trasporta gli ammassi dell'Unità 6 (Unità di M.te Figogna), dell'Unità 7 (Unità Cravasco-Voltaggio , in cui sono inseriti i metagabbri di cui si ipotizzava), nonchè dell'Unità 10 (Unità Voltri-Rossiglione).
metagabbri sc.blu o eclogitici in alveo Lemme CARG ge 003 - Copia.JPG
Parte interessante dell'elenco unità nell'ambito della locale pila delle falde CARG Foglio Genova.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 08 ago, 2016 19:42

Bisognerà valutare se si tratta in effetti di granato così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti"). :idea:

Ancora qualche considerazione prima di proseguire su interessanti scorci allo stereomicroscopio di una porzione del campione, in attesa di appurare, mediante studio in sezione sottile, le suddette eventuali ipotesi petrografiche sul tavolo e vedere se effettivamente stiamo parlando del tipico metamorfismo AP-BT ("Alta Pressione - Bassa Temperatura" , in inglese HP-LT) come rocce equilibrate nella facies a "scisti blu" o di AP-AT come rocce equilibrate nella facies a "eclogiti" tipiche dell'U.Voltri (anche se in questa unità si intercalano nuovi altri scisti blu (ammassi comunque legati alla subduzione della vecchia crosta oceanica giurassica del Ligure-Piemontese). E dunque appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.

Alcuni colleghi propenderebbero per metagabbri eclogitici (dunque voltrini = U.Voltri unica nella pila delle falde ad aver raggiunto le paragenesi da picco eclogitico costituite dalla tipica associazione anidra granato + omfacite) ma bisognerà verificare se la blastesi è costituita da granato e, come già sopra ricordato, la composizione dei pirosseni alcalini ! Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica, ma non ne sono poi ora tanto sicuro : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono poi così certo sia granato l'altra fase [(guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx) e fuori (a dx)] . Il dubbio "occhiometrico" ci sta! :idea: Ad ogni modo, con le rocce dell'Unità Cravasco-Voltaggio (facendo sempre una delle ipostesi sul tavolo) saremmo in ammassi in letteratura annessi alla mitica e scompaginatissima "Zona Sestri-Voltaggio" (metamorficamente ma non strutturalmente considerata il limite Alpi / Appennini e che comprende oltre alle ofiolitiche Unità Cravasco-Voltaggio nonchè l'Unità di M.te Figogna, anche quella di margine continentale U.Gazzo-Isoverde) : rocce appartenenti a lembi del substrato magmatico della paleocrosta oceanica giurassica (+ margine continentale assottigliato per la Gazzo-Isoverde) che hanno subito un intenso metamorfismo barico ed una complessa evoluzione tettonometamorfica alpina in una zona "a cavallo" tra Alpi ed Appennini, che poi l'erosione ha smantellato ed il torrente Lemme ha trasportato a valle ! Che lunga storia geologica in un boulder alluvionale rinvenuto nel Lemme, anche indipendentemente dall'esito dell'analisi petrografica e dovesse propendere per metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica e dunque con attribuzione a questa o quell'unità metaofiolitica ! :wink:
Allegati
cessole 270.JPG
In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica, infatti pparentemente i piccoli minerali pseudotondeggianti vinati che sciamano e fasciano concentrandosi in determinati livelli sembrerebbero ("occhiometricamente") nuguli di piccoli granati pseudotondeggianti (ma dovrà essere confermato).
cessole 275 part samples eclog o sc blu alluv prelevati dal lemme.JPG
In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica (e dunque origine voltrina), ma non ne sono poi ora tanto sicuro : : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono certo sia granato l'altra fase. Guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx - in frattura fresca) e fuori (a dx - crosta da weathering) (ad ogni modo con il dr.Da Mommio sono in attesa di qualche sezione sottile per risolvere l'arcano). Il dubbio, per ora, ci sta !
cessole 276 o RCR metagab Rocca Crescione Scisti Blu U Cravasco Voltaggio o Eclog Vol.JPG
In attesa di appurare se si rimane nell'ipotesi metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica, facciamo alcune osservazioni e considerazioni. Inizialmente "occhiometricamente" pensavo così anche io quando l'ho vista all'esterno, ossia di propendere verso la facies eclogitica (e dunque origine voltrina), ma non ne sono poi ora tanto sicuro : : il verde non è quel verde scuro tipico dell'onfacite e non sono certo sia granato l'altra fase. Guardare anche all'esterno con doublete dentro (a sx - in frattura fresca) e fuori (a dx - crosta da weathering) (ad ogni modo con il dr.Da Mommio sono in attesa di qualche sezione sottile per risolvere l'arcano). Il dubbio, per ora, ci sta !
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 08 ago, 2016 20:02

Sempre rimanendo nel campo speculativo delle ipotesi petrografiche bisognerà appurare se si rimane nell'ipotesi
metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica.

Intanto alcuni interessanti ed affascinanti particolari micro allo stereomicroscopio
di suddetto campione proveniente dall'alveo del Lemme ! :)
Allegati
camp.dalLemmeI 003 f.JPG
Ovviamente siamo nel campo speculativo delle ipotesi a) metagabbri in facies scisti blu o b) metagabbri in facies eclogitica : bisognerà valutare se si tratta in effetti di granato così come vedere se i pirosseni tendono alla composizione giadeitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "scisti blu") oppure alla composizione omfacitica (in tal caso farebbe propendere per la facies "eclogiti").

Il marroncino forse titanite o horneblenda bruna ? Il roseè e l'aranciato granato ? (benchè quest'ultima fase non segnalata nell'ipotesi litologica avanzata) il verdino tendente al giallino epidoto ? Per tutto, si rimane ancora nel pieno campo delle ipotesi.

Rimanendo in una delle ipotesi (metagabbri in facies scisti blu) di origine eventualmente connessa ai "Metagabbri di Rocca Crescione" la paragenesi in CARG è ad albite + Na-anfibolo +- Na-Ca-clinipirosseno +-clorite +-lawsonite +-epidoto +-pumpellyte +-titanite e poi Ox di Fe e Ti ed in questi metagabbri non si segnala granato, numerosi sono i relitti di clinopx primari magmatici (poi giadeizzati? che sarebbero tipici della facies a "Scisti Blu"). Per ora è e rimane una specie di rompicapo, però non mi rassegno ! ;) Dall'alveo del torrente Lemme blocco alluvionale rinvenuto tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
camp.dalLemmeI 014 f.JPG
L'anisotropia tessiturale e le caratteristiche primarie della roccia parrebbero essere conservate ; intanto un particolare in macro di quello che parrebbe un relitto di clinopirosseno primario (le fratture sembrano seguire preferenzialmente ed indicare tracce di sfaldatura tipicamente a 90°) poi giadeizzato (?) nell'evento HP-LT che, nel caso, sarebbero segnalati (clinopirosseno sodico) anche dal CARG e tipici della facies a "Scisti Blu". Ad ogni modo, per questa ipotesi, bisognerà appurare la composizione del pirosseno se tendente effettivamente alla giadeite oppure all'omfacite tipica del picco eclogitico.
camp.dalLemmeI 016 f.JPG
Particolare con solfuro incorporato entro il pirosseno alcalino in questione che sostituisce quello originario - primario (magmatico) o meglio entro quello che parrebbe un relitto di clinopirosseno primario (le fratture sembrano seguire preferenzialmente ed indicare tracce di sfaldatura tipicamente a 90°) poi giadeizzato (?)
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 08 ago, 2016 20:18

Rimanendo nel campo speculativo delle ipotesi petrografiche sopra illustrate,
altri particolari micro allo stereomicroscopio di suddetto campione proveniente
dall'alveo del Lemme. Propongo altri scorci su quelli che potrebbero essere
o metagabbri in facies scisti blu o metagabbri in facies eclogitica! :wink:
Allegati
camp.dalLemmeI 004 f.JPG
solito roseè + aranciato di cui conservo i dubbi e che la CARG contribuisce ad approfondirli (i dubbi), visto che la fase granatifera qui (ammesso che si propenda per la tesi metagabbrica in facies scisti blu), dalla letteratura CARG, non è contemplata nè in legenda nè nelle memorie descrittive (...)
camp.dalLemmeI 002 f.JPG
va là che bel relitto di clinopirosseno magmatico primario ! (ora evoluto con sostituzione a pirosseno sodico? ma giadeizzato? o omfacitizzato?)
camp.dalLemmeI 010.JPG
le tinte verdastre vetrose della blastesi a pirosseno alcalino (sodico? ma giadeizzato? o omfacitizzato?)
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » mar 09 ago, 2016 10:40

Con questi ultimi particolari micro allo stereomicroscopio chiudo in merito a suddetto campione proveniente
dall'alveo del Lemme, in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile. Propongo solo
quest'altra terna di particolari su quelli che potrebbero essere o metagabbri in facies eclogitica (con la tipica
associazione anidra granato + pirosseno sodico omfacitico) o con facies idrate metagabbri in facies scisti blu
(su cui si propenderebbe in caso di verificata presenza di fasi idrate sodiche con tipico il glaucofane, e per la
presenza di pirosseno sodico giadeitico). Ora bisognerà pazientare l'esito dell'indagine, su cui, ovviamente, vi
terrò :idea: informati! Lasciamo ora le tematiche petrografiche relative alle vicende dei basamenti cristallini
della crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore).

Ad ogni modo gli alvei dei torrenti, nel caso del Lemme, sono veri e propri musei petrografici all'aperto ! :wink:
Allegati
camp.dalLemmeI 011.JPG
in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
camp.dalLemmeI 001.JPG
in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
camp.dalLemmeI 006.JPG
in attesa di ulteriori sviluppi da indagine petrografica in sezione sottile ultimi particolari micro allo stereomicroscopio del campione (ex ammassi metagabbrici in facies eclogitica o in facies scisti blu : ad ogni modo derivazione da brandelli della ex crosta oceanica giurassica che ha subito importanti evoluzioni tettonometamorfiche da alta pressione a seguito dei fenomeni di subduzione) rinvenuto come blocco alluvionale ("boulder") nell'alveo del torrente Lemme tra Gavi (AL) e Carrosio, basso Piemonte sudorientale.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » mar 09 ago, 2016 11:48

Il dubbio di attribuzione petrografica è anche in base al decorso del Lemme che prevederebbe ambo le possibilità succitate ; ad ogni modo, inizialmente propendevo maggiormente per l'eventualità eclogitica ossia metagabbri in facies eclogitica (con la tipica associazione anidra granato + pirosseno sodico omfacitico) anche se alcune fasi apparentemente non mi quadravano molto :idea: ... nelle eclogiti del sistema mafico (vedi appunto ex gabbri) solitamente simplectiti di granato piraslpitico ed epidoto zoisitico operano una sostituzione a spese dell'ex plagioclasio primario magmatico del gabbro (ora nel suddetto campione questo è morfologicamente/cromaticamente possibile nell'evidenza "occhiometrica" ma il punto è : le macchie aranciate sarebbero granato? E le macchie verdino-chiare chiare potrebbero essere zoisite?) mentre, come già ricordato, pirosseno alcalino sodico omfacitico opera una sostituzione pseudomorfa a spese dell'ex pirosseno primario magmatico (l'avremmo anche visto in un contributo precedente, ma il punto è : le macchie verdi più scure sarebbero pirosseno omfacitico o giadeitico?), mentre gli (ex) Fe/Ti-Ox primari evolvono in rutilo ed altri ossidi nell'eclogite. Tutto da verificare. :idea:

Inoltre, anche per il fatto che il confronto fatto con altri metagabbri eclogitici visti in affioramento non del tutto collimano (non che poi questa sia la questione modale della faccenda) o collimano solo in parte; ad ogni modo, questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite : la propongo sia nella sua parte tagliata che nella sua parte grezza ! :wink:
Allegati
BO_2015 193 eclog Màley Norw.JPG
per analogia, confronto questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite. Particolare della roccia tagliata da Màley Norvegia.
BO_2015 199 eclog Nor.JPG
per analogia, confronto questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite. Particolare della roccia tagliata da Màley Norvegia.
BO_2015 195 ecl NOR.JPG
per analogia, confronto questa sottostante ad esempio è una vera (e certificata) eclogite (metagabbro eclogitico norvegese) con omfacite + granato piralspitico + titanite biancastra e zoisite. Particolare della roccia "grezza" da Màley Norvegia.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » gio 11 ago, 2016 12:14

Lasciamo (per ora) le interessanti tematiche petrografiche relative alle vicende dei variopinti basamenti cristallini
della meta-crosta oceanica e ritorniamo alla trattazione del sedimentario del bacino del BTP con la parte alta delle
nostre torbiditi ossia con la parte stratigraficamente superiore della "Formazione di Costa Areasa" del piano Aquitaniano
o meglio (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore). :idea: Ora, in quel tratto fortemente inciso del
Lemme che metteva a nudo la parte della colonnina della formazione in parola (che avevamo già visto nei contributi
precedenti) si poteva sì osservare la porzione alta della formazione, ma per scorgere la parte più alta in assoluto, prima
che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove,
nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche
per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti
sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top)
della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf. :wink:
Allegati
cessole 259 aff.f areasa F.JPG
Eravamo rimasti qui : passaggio invernale nel greto del torrente Lemme per analisi delle sue sponde localmente intagliate nella parte alta (top) delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore) poco prima del contatto stratigrafico con le sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano) all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).

Questo è uno scorcio al crepuscolo invernale verso S dell'alveo incassato (litologie dell'Areasa affioranti splendidamente ed in continuità sulla dx = ossia sulla sponda in riva idr. sx) : in questo settore il torrente incide profondamente le formazioni mioceniche marine della monoclinale (che immergono a NW), generando sponde anche di notevole altezza. Ora lo vediamo così "micio micio" praticamente "in secca" con una portata minima (e con profondità max di qualche dm) e direi fortunatamente al fine di girovagare e fare interessanti osservazioni dall'alveo lungo le sponde con un semplice paio di stivali di gomma). Tra Gavi e Sermoria - Carrosio (AL), Piemonte.

Siccome la parte più alta (ancora al di sopra dei terreni - già appartenenti alla parte alta - che vediamo), ossia il top dell'Areasa, non affiora qui in quanto sovraerosa e ricoperta dai terreni allunionali recenti del Lemme : per scorgere duque la parte più alta in assoluto (il top dell'Areasa) dobbiamo spostiamoci un attimo da qui...
areasa 010 torrente neirone raggiung da Arquata prendendo cartelli per piscina ad inizio paese do ca 3 km val neirone - Copia.JPG
...per tornare in Valle Scrivia. Ecco uno scorcio dalla Carta al 1:100'000 che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa", prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
Arq.lavori3valico mappa aff. a b c d.jpg
Contributo in foto satellitare che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole", punti a - b), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » gio 11 ago, 2016 18:00

Proseguiamo tornando in Valle Scrivia. Ecco la zona (su marcata con "punto c"), che evidenzia la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa", prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"), dobbiamo spostarci nuovamente in Valle Scrivia, dove, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa". Ecco, scorci di questi (purtroppo temporanei) affioramenti ormai del Burdigaliano inf., Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.

In realtà il limite "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole", combinando i dati di rilevamento sul terreno (anche in base ai succitati lavori di sbancamento per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico") e quelli pubblicati mediante la Carta geologico-strutturale di Arquata Scrivia, passerebbe poco più occidentalmente rispetto alla vecchia cartografia al 1:100'000 ; ad ogni modo, un temporaneo parziale sbancamento nel riquadro "c" mostrerebbe in affioramento proprio la parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa". :wink:
Allegati
Arq.lavori3valico 009.JPG
Foto al cartello in merito ai lavori relativi all'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" nella zona che ci interessa sedimentologicamente per la parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
arquata contatto areasa cessole lavori 3valico zona M.ia Pradella.jpg
Contributo in foto satellitare che evidenzia più nel dettaglio la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"). Qui, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
arquata contatto areasa cessole lavori 3valico zona M.ia Pradella - Copia.jpg
Contributo elaborato su base foto satellitare che evidenzia più nel dettaglio la zona per scorgere la parte più alta in assoluto della "Formazione di Costa Areasa" (punto c), prima che essa passi alla successiva formazione (le "Marne di Cessole"): in azzurro il limite stratigrafico tra le due formazioni citate.

Qui, nei pressi degli sbancamenti (lavori per l'alta velocità "Terzo Valico") essa temporaneamente affiora. Purtroppo, anche per questa ragione non è possibile un accesso diretto, senza permesso degli addetti della società, a detti affioramenti sottoposti a sorvegliaza. Non sono direttamente accessibili, ma possiamo farci un'idea panoramica della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » gio 11 ago, 2016 18:33

Dai dintorni di Mass.ia Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa". Affioramenti che, purtroppo, come già detto, non sono direttamente accessibili senza permesso da parte della società e sorvegliati dagli addetti. Ad ogni modo, nel caso, accontentiamoci, visto che possibilmente sono anche affioramenti temporanei prima di eventuali lavori esterni che celeranno quel che ora posso mostrare in foto. :o

E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il grigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica :idea: ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits") :wink:
Allegati
Arq.lavori3valico 001 Arquata zona Pradella cont Cess _ Areasa.JPG
Dai dintorni di Mass.Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
Arq.lavori3valico 041.JPG
E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").

Parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
Arq.lavori3valico 042.JPG
E' possibile osservare le litologie di diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").

Parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 15 ago, 2016 16:08

E' possibile osservare le litologie della parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" caratterizzata da diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").Dai dintorni di Mass.ia Pradella possiamo lanciare uno sguardo verso E oltre l'avvallemento del F.sso Pradella ed osservare (presso la già demarcata zona "c") i lavori di sbancamento, per l'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" dove vediamo parte della collinetta sbancata (si osserva anche l'accesso del tunnel), lavori di sbancamento che denudano e permettono di osservare (purtroppo non da vicino), parte più alta della nostra "Formazione di Costa Areasa". Affioramenti che, purtroppo, come già detto, non sono direttamente accessibili senza permesso da parte della società e sorvegliati dagli addetti. Ad ogni modo, nel caso, accontentiamoci, visto che possibilmente sono anche affioramenti temporanei prima di eventuali lavori esterni che celeranno quel che ora posso mostrare in foto. Parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia. :wink:
Allegati
Arq.lavori3valico 043.JPG
Foto in lieve continuità laterale sia cardinale (S-N, qui : S) sia stratigrafica (sotto-sopra, qui : sotto). E' possibile osservare (solo in panorama, purtroppo vista la zona interdetta ai non addetti ai lavori) le litologie di diverse cromie affioranti a seguito lavori del "Terzo Valico" relative alla parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
Arq.lavori3valico 037.JPG
Foto in lieve continuità laterale sia cardinale (S-N, qui : N) sia stratigrafica (sotto-sopra, qui : sopra). E' possibile osservare (solo in panorama, purtroppo vista la zona interdetta ai non addetti ai lavori) le litologie di diverse cromie affioranti a seguito lavori del "Terzo Valico" relative alla parte più alta (top) della nostra "Formazione di Costa Areasa" ; c/o Arquata Scrivia (AL) zona "Mass.Pradella", Valle Scrivia.
Arq.lavori3valico 038.JPG
particolari strat.superiori della nostra "Formazione di Costa Areasa" caratterizzata da diverse cromie (solitamente il grigio più scuro corrisponde alle emipelagiti con maggior componente argillosa, il gigio più chiaro corrisponde ad un aumento della componente carbonatica dunque peliti più marnose come anche corrisponde a volte a granulometrie leggermente più grossolane come i silt, dunque lì c'è più dubbio panoramico interpretativo prescindendo da un ravvicinato esame diretto, mentre in ocraceo sempre le componenti torbiditico-arenacee : questa grossolana legenda cromatica ci permette di dare uno sguardo, anche panoramico, su queste litologie, ahinoi "offlimits").

Comunque, in detto particolare, evidenti torbiditi arenacee più ocracee (a sx) sopra varie emipelagiti a diversa composizione (e tonalità di colore grigio).
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » lun 15 ago, 2016 16:51

Il contatto stratigrafico (passaggio non netto ma evolutivo - transizionale) tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" alla successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole" è proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del riquadro bianco demarcato con "x") che al tempo della foto era ancora in affioramento e non ancora celato da opere successive : litologie che si intravvedono dalla strada nell'intercapedine sbancamento - muri in cls. Stratigraficamente parlando, da lì sopra in poi son tutte marne (Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata e dai prati sottostanti (benchè non esposte dai lavori, come anche si evince dalla linea azzurra di passaggio formazionale dai dati di letteratura e dalle evidenze dirette in situ :idea: ).
Il contatto lo andremo a visionare bene, mettendolo in affioramento, anche in Val Lemme ed in Val Neirone. :wink:
Allegati
arquata contatto areasa cessole lavori 3valico zona M.ia Pradella - Copia - bis.jpg
Da contributo satellitare particolareggiato il contatto stratigrafico (passaggio non netto ma evolutivo - transizionale, evidenziato in linea azzurra) tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" alla successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole" è proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del riquadro bianco demarcato con "x") che al tempo della foto era ancora in affioramento e non ancora celato da opere successive : litologie che si intravvedono dalla strada nell'intercapedine sbancamento - muri in cls. Stratigraficamente parlando, da lì sopra in poi son tutte marne (Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata e dai prati sottostanti (benchè non esposte dai lavori, come anche si evince dalla linea azzurra di passaggio formazionale dai dati di letteratura e dalle evidenze dirette in situ).
Arq.lavori3valico 065.JPG
Muro di contenimento, dietro al quale si evidenzia lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").
Arq.lavori3valico 021.JPG
Dietro suddetto muro di contenimento, c'è un'intercapedine che permette (permetteva?) di evidenziare lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").

Le litologie che si intravvedono (dalla strada attraverso l'intercapedine sbancamento - muri in cls), immergono verso sx foto (WNW) e stratigraficamente parlando, da qui in poi son tutte marne (base Form.di Cessole), le ultime arenarie (appartenenti al top della "Formazione di Costa Areasa") si intravvedono fuoriuscire dalla parte non sbancata (dai prati sottostanti, più a sx oltre ang.sx foto, non in foto) benchè non esposte dai lavori.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » gio 18 ago, 2016 17:43

Lasciamo ora le osservazioni riguardanti gli ammassi messi in affioramento dall'accesso n.4 per l'alta velocità "Terzo Valico" in valle Scrivia :idea: e, prima di discutere diffusamente della nostra successiva formazione nella colonnina del BTP, ossia delle "Marne di Cessole", andiamo in varie località circostanti nell'ambito dell'Appennino tortonese-alessandrino a cogliere il passaggio stratigrafico tra la parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" e la parte inferiore della successiva (e sovrastante) formazione delle "Marne di Cessole".

Lasciamo la parte alta (top) delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore, che testimoniano le condizioni di un ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina) ed andiamo al contatto stratigrafico con le sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano. Ricordo anche come questa formazione si sia deposta in ambienti di piattaforma esterna, in condizioni bacinali controllati dalla tettonica distensiva che aveva già creato condizioni di una forte subsidenza che partiva " a spot" ossia localizzata dall'Aquitaniano - vedi "paleobasso della Valle Scrivia" - una subsidenza in settori localizzati per poi arrivare ad una generalizzata subsidenza che infine riguarderà tutto il bacino con la fine del Burdigaliano e soprattutto con il Langhiano attraverso l'ubiquitaria - visto che affiora in tutti i settori - deposizione delle succitate "Marne di Cessole" che stiamo per osservare e studiare come formazione successiva alla "Formazione di Costa Areasa") all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano).

Bisogna altresì ricordare che le "Marne di Cessole" determinano, come già detto, una generalizzata subsidenza (e conseguente perpetrante trasgressione già iniziata dalle "Marne di Rigoroso" trasgressive sui conglomerati oligocenici di Savignone - Borbera - Molare che vennero "annegati") che continua e che infine riguarderà tutto il bacino del BTP alla scala interregionale ; tuttavia, rispetto alla localizzata e già osservata "Formazione di Costa Areasa"-> le "Marne di Cessole" segnano un contatto in moderata e localizzata tendenza di regressione (infatti localmente si passa da un più profondo ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina -> ad un più superficiale ambiente di piattaforma esterna) mentre, visto che le non ubiquitarie Formazioni di "Costa Montada" (rapida limitata e circostanziata regressione) prima e della "Costa Areasa" (nuova persistente e continuativa trasgressione) poi, segnano la deposizione già in un ambiente profondo ma contingentato di "paleobasso" strutturale (localizzato nelle aree dell'attuale valle Scrivia) : possiamo affermare che il passaggio generalizzato alle "Marne di Cessole" regionalmente è in leggera regressione tra tutte le altre formazioni ubiquitarie della monoclinale. Il Burdigaliano superiore e soprattutto il Langhiano (!) dunque determinano il generalizzato estendersi di condizioni paleogeografiche e sedimentarie uniformi (!!) in tutta l'area bacinale del BTP. E non solo ; laddove il paleobasso sciviano non c'era (e di conseguenza non si depositarono le formazioni di "Costa Montada" e di "Costa Areasa") il passaggio dalla ubiquitarie "Marne di Rigoroso" alle ubiquitarie "Marne di Cessole" si realizza mediante lacuna stratigrafica in questa parte del Miocene + discordanza angolare (difficile da cogliere sul terreno per via della copertura vegetale che la maschera e per la natura molto friabile ed a stratificazione quasi indistinta delle 2 formazioni in parola) : ad ogni modo, ciò determina il fatto che le peliti siltose delle "Marne di Cessole" segnano anche l'inizio di una nuova sequenza stratigrafica entro la colonnina del BTP ! :wink:
Allegati
Arq.lavori3valico 022.JPG
Aspettiamo un attimo prima di entrare nelle litologie che si intravvedono (dalla strada attraverso l'intercapedine sbancamento - muri in cls), immergono verso sx foto (WNW) e che, stratigraficamente parlando, da qui in poi son tutte marne (marne siltose) che appartengono alla base della Form.delle "Marne di Cessole". Tali litologie le osserveremo dopo aver attraversato il contatto (che metteremo in esposizione in altre località : vedi 3°contributo satellitare). Queste litologie marnose affiorano dietro suddetto muro di contenimento legato alle opere dell'AltaVelocità : c'è un'intercapedine che permette (permetteva?) di evidenziare dalla strada lo sbancamento che mette a nudo la parte inferiore della formazione delle "Marne di Cessole" (in affioramento) poggianti al di sopra della parte più alta (top) della "Formazione di Costa Areasa" : il contatto transizionale si realizza proprio alla base dello scavo della collinetta sbancata (angolino in basso a dx del precedente riquadro bianco demarcato con "x").

Ora pensiamo ad andare a visitare (mettendo in esposizione) il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" in altre località !
XX generale giornata - Copia pass. Areasa-Cessole.jpg
Dicevamo, ora pensiamo ad andare a visitare (mettendo in esposizione : ci sarà da lavorare anche di fatica!) il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" in altre località (vedi riquadri demarcati con "mat" in Val Neirone e con "pom" in Val Lemme).
pag bianca schemi schema stratigrafico generale BTP - Copia.jpg
Evidenziato il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" nell'ambito della colonnina stratigrafica semplificata del BTP.
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » ven 09 set, 2016 18:42

Andiamo ad osservare il contatto tra la "Formazione di Costa Areasa" e le "Marne di Cessole" ossia meglio declinato : il contatto stratigrafico tra la parte alta (top ossia il "tetto") delle torbiditi della parte stratigraf. superiore della "Formazione di Costa Areasa" dell'Aquitaniano (Aquitaniano sup. - Burdigaliano inf. ossia Miocene inferiore, che testimoniano le condizioni di un ambiente di scarpata in transizione con la sottostante piana sottomarina) passanti transizionalmente alla parte inferiore delle sovrastanti "Marne di Cessole" (del Burdigaliano medio/sup. - Langhiano. Ricordo anche come questa formazione si sia deposta in ambienti di piattaforma esterna, in condizioni bacinali controllati dalla tettonica distensiva che aveva già creato condizioni di una forte subsidenza che partiva " a spot" ossia localizzata dall'Aquitaniano - vedi "paleobasso della Valle Scrivia" - una subsidenza in settori localizzati per poi arrivare ad una generalizzata subsidenza che infine riguarderà tutto il bacino con la fine del Burdigaliano e soprattutto con il Langhiano attraverso l'ubiquitaria - visto che affiora in tutti i settori - deposizione delle succitate "Marne di Cessole" che stiamo per osservare e studiare come formazione successiva alla "Formazione di Costa Areasa") all'interno della monoclinale del BTP (il "mare interno" terziario padano). :idea:

Tale contatto "Formazione di Costa Areasa" \ "Marne di Cessole" andiamolo a visionare bene in situ,
mettendolo in affioramento in Val Lemme ed in Val Neirone : partiamo da quest'ultima vallata ;
(vedi riferimento satellitare succitato con riquadro "mat" dove, con un pò di fatica. provvederemo
a metterlo in esposizione laddove i segnali geomorfologici della collina ci hanno aiutato non poco) :wink:
Allegati
XX aff mattinata sx idr val neirone.jpg
Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" (riquadro azzurro) dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" che osserveremo in situ.
XX cont areasa cessole hp 2 bis mattinata val neirone sp idr sx.jpg
Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" che osserveremo in situ.
XX aff mattinata sx idr val neirone bis - Copia.jpg
Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" che osserveremo in situ.

Il passaggio formazionale visionato in esposizione si realizza in affioramento demarcato con "c" (mentre "a" e "b" rappresentano particolari "a spot" di affioramento del tetto delle torbiditi della "Formazione di Costa Areasa" appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale).
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » ven 09 set, 2016 19:27

Rechiamoci nuovamente in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta"
dove passa il contatto stratigrafico "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole":
ecco alcuni utili riferimenti topografici per inforvcare il sentiero ed arrivare in cima
ad una graziosa collina laddove anche gli inequivocabili segnali geomorfologici offerti
dall'ambiente (arenarie torbiditiche della form. dell'Areasa più competenti tendono a
formare piccole creste leggermente più resistenti all'erosione selettiva rispetto alle più
tenere litologie marnose della form di Cessole meno competenti tendono a formare
omogenei dolci pendii poco acclivi e senza l'affioramento delle arenarie) ci hanno
aiutato non poco nell'individuazione della zona di contatto, che abbiamo provveduto
a mettere temporaneamente a nudo (prima di ripristinare la piccola trincea trasversale
ad esso di pochi dm). Qui di seguito utili indicazioni per risalire alla zona in parola. :wink:
Allegati
cessole 023.JPG
Riferimento all'incrocio in cui la piccola carrozzabile - sentiero (che porta alla zona dell'affioramento del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" messo in esposizione) si distacca, procedendo verso S, dalla sp di fondovalle, in Val Neirone portandoci nella zona interessante ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" (il cui incipit è marcato anche da relativa cartellonistica).
cessole 117 zona val neirone visitata aff.i mattina.JPG
Riferimento all'incrocio in cui la piccola carrozzabile - sentiero (che porta alla zona dell'affioramento del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole" messo in esposizione) si distacca, procedendo verso S, dalla sp di fondovalle, in Val Neirone portandoci nella zona interessante ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta" (il cui incipit è marcato anche da relativa cartellonistica - qui in foto -).
cessole 114 a dx aff b al centro in cima aff c tutto areasa prima imm sotto cess .JPG
Oltre il campo (depositi rimaneggiati su substrato alluvionale quaternario) crestina e pendii modellati nell'Areasa e relativo arrivo in zona affioramento "b" (a dx) mentre risalendo la piccola dorsaletta si svalica la collinetta (dalla crestina in cima in poi = aff."c") dove, oltre il crinale, si rileva la zona del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole", in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta".

Ricordando che il passaggio formazionale visionato in esposizione si realizza in affioramento demarcato con "c" (mentre "a" e "b" rappresentano particolari "a spot" di affioramento del tetto delle torbiditi della "Formazione di Costa Areasa" appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale).
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Re: Geologia in libertà...

Messaggio da angelo » mer 28 set, 2016 18:44

Oltre il campo (depositi rimaneggiati su substrato alluvionale quaternario) crestina e pendii modellati nell'Areasa e relativo arrivo in zona affioramento "b" (a dx) mentre risalendo la piccola dorsaletta si svalica la collinetta (dalla crestina in cima in poi = aff."c") dove, oltre il crinale (modellato nelle formazioni marine del "mare interno padano" su cui ci stiamo soffermando da tempo), si rileva la zona del contatto "Formazione di Costa Areasa"\"Marne di Cessole", in Val Neirone ad W di Pratolungo(AL) in loc."Rovereta". :wink:
Allegati
cessole 116 fino in cima areasa che si immerge sotto cessole.JPG
In primo piano la crestina morfologica (aff."c") che rappresenta il tetto "Formazione di Costa Areasa" che si immerge al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole" (che affiorano al di là di detta crestina morfologica) : con un piccolo scoperchiamento della coltra di alterazione superficiale il contatto potrà considerarsi esposto !
cessole 115 andando via dal basso cima poggio passaggio areasa cessole - Copia.JPG
Particolare in affioramento delle litologie in cui è intagliata la crestina morfologica (aff."c") che rappresenta il tetto "Formazione di Costa Areasa" che si immerge al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole" (che affiorano al di là di detta crestina morfologica) : con un piccolo scoperchiamento della coltra di alterazione superficiale il contatto potrà considerarsi esposto !
cessole 030 mattinata sx idr val neirone aff.a vedi aff mattinata sx idr val neirone bis - Copia - Copia.JPG
Al di sotto della coltre di alterazione pedogenizzata e preda della vegetazione fanno capolino in maniera evidente le torbiditi (con i già citati strati arenacei laminati) della parte alta (tetto stratigrafico) della "Formazione di Costa Areasa" (qui affiorante, come si vede in maniera discontinua = ossia "a spot" relativamente all' aff."a") appena prima = al di sotto del succitato passaggio formazionale, ossia poco prima ( = ossia poco sotto) che esse si immergano al di sotto della formazione delle "Marne di Cessole".
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