non immagini quanto mi dispiaccia sentire che siamo rimasti in pochi santoni del martellino da geologo: sapessi quante volte nella mia carriera di cercatore prima, di studioso poi, e infine di mineralogista mi sono trovato di fronte a persone che mi additavano come distruttore della natura...
Leggendo la tua graditissima mi viene in mente che non ho molto girato l'Europa sassifera, ma mi sembra - chiedo di essere corretto se sbaglio - che in molte località (avevo letto di Lengebach, nomen omen) si fa tranquillamente ricerca sostenibile e per famiglie...
L'idea di "ripristinare" alcuni siti mineralogici per permettere una ricerca sostenibile anche ai "comuni mortali"non è solo elbana, ma di molti. Ecco perché è bene mantenere l'interesse per questa cosa.
WOW! Siamo assolutamente non solo sulla stessa linea, ma sulla stessa nota! Sono non d'accordo, ma d'accordissimo con te! Come direttore del Museo gigliese sto tessendo una rete di collegamenti e contatti per arrivare a creare questi percorsi, e confido profondamente negli AMIci come collaboratori a questo progetto. Magari riusciamo a realizzare al Giglio il tanto sognato laboratorio di ricerca mineralogica sostenibile, anziché all'Elba: ci sono troppi comuni all'Elba, troppe parrocchie da coinvolgere... Ma quando gli elbani vedessero che i gigliesi hanno risolto il problema e questo porta soldi - le foche monache, poverine, non ci stanno con o senza i cercatori di minerali... - allora vedrai come Terranera, Grotta d'Oggi, Punta Polveraia, Vigneria etc. risalgono come laboratori di ricerca sostenibile!geocronite ha scritto:...Certo il confronto con le autorità, le modalità ecc ecc sono temi molto importanti che dovranno essere affrontati, ma se ci fosse una piccola apertura credo che l'idea sarebbe sostenibile.
Il vantaggio non sarebbe solo l'indotto economico per l'Isola (immaginate alberghi, ristoranti, traghetti, negozi ecc ecc), ma servirebbe soprattutto a valorizzare e riscoprire alcuni siti che al momento sono abbandonati, invasi dai rovi nel migliore dei casi. Significherebbe creare dei percorsi in quelle aree che al momento rivestono uno scarsissimo interesse turistico come ad esempio grotta d'Oggi, e tanti altri. Siti storici, percorsi un tempo da mineralogisti famosi, di cui non si può e non si deve perdere la memoria storicaUn altro vantaggio è anche quello di alimentare i musei, trovare nuove specie, effettuare una mappatura sullo stato dei siti. E tutto ciò ci può fare tranquillamente, se da un lato si studiano delle regole atte a conservare e a dissuadere i ricercatori più "focosi", ma anche ad allargare un pò gli orizzonti per permettere una ricerca sostenibile...
Personalmente spero che le gallerie di Cala dell'Allume e di Pietralta siano chiuse definitivamente, in quanto le prime si affacciano su un pozzo di 30 m completamente allagato e le seconde non sono a distanza di sicurezza dal mare e per questo non sistemabili. Sono d'accordo che non devono diventare delle discariche a cielo aperto in quanto come minimo fanno proliferare le popolazioni di topi... Ma la zona tra la Punta delle Saline e Pietralta geologicamente è una frana e pertanto non si danneggia in alcun modo il paesaggio, pur potendo trovare campioni decisamente interessanti soprattutto nel campo della micromineralogia, razzolando tra i sassi. Magari il problema è come arrivare a Pietralta in quanto si deve attraversare una proprietà privata o inerpicarsi su una falesia, e i barcaioli non ti portano volentieri. Ma se venissero educati al valore dei cercatori ...certo, quelli bravi... allora sì che ci porterebbero con gioia!geocronite ha scritto:Al Giglio le località di ricerca sopra menzionate, erano già moltissimi anni fa, diventate delle discariche, poichè i turisti "normali" erano soliti buttare i sacchetti della spazzatura nelle vecchie gallerie. Ora io mi chiedo, è meglio una galleria piena di immondizia o una galleria fruibile e visitabile, anche se sottoposta a regole?
Sentiamoci
ale