Le pegmatiti
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Sì Antonio, tutto ciò si trova anche sui libri (o su siti specifici), ma ad esempio sarebbe interessante ai fini della ricerca mineralogica, porre in evidenza le principali caratteristiche strutturali di una determinata pegmatite in una determinata zona. Ad esempio le casistiche sulla possibilità di ritrovare un geode, quali potrebbero essere gli indizi giusti, a che livello i filoni pegmatitici si pongono rispetto ad un plutone. Già Fabio si è perso, conosco le vostre cognizioni scientifiche nel campo, ma mettetevi nei panni di chi non le conosce! Già elencare le specie, le paragenesi e il tipo di pegmatite che si potrebbero incontrare in una determinata zona sarebbe interessante. Ripeto che a livello scientifico ci sono migliaia di pubblicazioni e numerosi testi che trattano l'argomento, ma ce ne sono in tutto il campo della mineralogia, se vogliamo possiamo rimandare chi si sta avvicinando alla materia a questi trattati oppure possiamo, con parole semplici e con la nostra esperienza di ricerca coninvolgere chi ancora non comprende bene la complessità della materia.
fabio
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L'argomento può essere molto articolato: solo per la Lombardia esistono le pegmatiti del gruppo Codera-Masino-Bregaglia, la cui composizione è relativamente omogenea, il sottogruppo del Legnone, la cui grana è più grossa ed all'interno della quale vi si trovano anche minerali contenenti uranio; le pegmatiti della Val Sissone, non del tutto dissimili dal blocco Masino-Bregaglia ma a grana più piccola sino a giungere sino alla Val Chiavenna, dove vi sono filoni pegmatitici fortemente quarziferi che hanno sfornato berilli e andalusiti ( e fino ad una decina d'anni fa si credeva anche il piropo)...Geocronite, credo però che facendo come dici si potrebbe creare un topic lunghissimo e forse un po' confuso, nel senso che, parlando ad esempio delle pegmatiti sarde, bisognerebbe allora distinguerle per zone, composizione, inserendo poi tutte le informazioni, poi passare a un altra e così via. Fatto questo, passare alle pegmatiti di un altra zona, ma lasciando il tutto in successione, se uno è interessato alle pegmatiti, faccio per dire alpine, dovrebbe rileggere tutto il topic. Bisognerebbe allora aprirne diversi di più facile consultazione.
Ognuno di questi gruppi meriterebbe un'esposizione a se stante, sia per la diversità della composizione e della tipologia di minerali presenti.
anche se si potrebbe dire che le pegmatiti che vanno dalla Val Chiavenna al Lario presentano comunque una relativa omogeneità riguardo a mineralizzazioni mentre quelle malenche, (se la memoria non mi tradisce) sono più povere...
Per non dimenticare quelle dell'Adamello, decisamente differenti dai filoni sopra accennati ed alcuni filoni presenti in alta Valtellina, sopra Sondalo...
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Anche nell'ambito della stessa Val Codera o più precisamente del gruppo Masino-Bregaglia, ho potuto notare una grande difformità dei corpi pegmatitici sia per la potenza dei filoni che per alcune caratteristiche. Molti filoni sono ad esempio solo a granati, mentre in altri la paragenesi è granato-berillo-zircone. Alcuni presentano dei fenocristalli con ghiande enormi di quarzo fumè e feldspato altri una grana molto minuta. Più in basso sembra invece abbondare di più il quarzo a discapito dei feldspati, tanto che, se si osservano distrattamente potrebbero sembrare dei filoni di quarzite. L'unica caratteristica comune è che difficilmente (se non in casi eccezionali) presentano geodi all'interno dei filoni o nei contatti. I minerali che vi si rinvengono sono pertanto "inclusi" nella massa di fondo, e sembrerebbe che il berillo prediliga le zone di contatto tra il quarzo fumè e l'ortoclasio. Io ho potuto osservare delle vere e proprie geodi riempite, cioè una concentrazione di cristalli di berillo in una determinata zona del filone (come al filone Silvana) entro una massa di quarzo fumè. in ogni caso almeno per la Val Codera, più grossa è la massa di quarzo e feldspato più grossi sono i cristalli di berillo.
fabio
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Sicuramente sarà meglio del mio, ma questo l'ho trovato io circa dieci anni fa nella discarica del filone Malpensata.
Fabio
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Un cristallino...
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Nella media Piona è considerata località defunta. Cosa quanto mai errata. Non conoscerà più la gloria degli "anni d'oro" ma il filone c'è ancora e sfruttabile per fini mineralogici, la discarica è ricchissima di materiale non solo sotto il fogliame ma sin sotto terra e addirittura in riva al lago. Di Piona non conservo materiale notevole anche se un piccolo berillo verde con terminazione molto ben formata sono riuscito a portarlo a casa. Di tormaline se ne possono trovare ancora e cito infine gli ultimi ritrovamenti di Sarah i cui granati sono estremamente belli, non solo per la media che a Piona mi ero (anni fa) abituato ad osservare, ma in assoluto. Piona fa parte di quelle località in cui ci vuole non solo costanza ma infinita pazienza, quindi non mi sorprenderebbe sapere che quel berillo di 40 cm sia un recente ritrovamento.In Lombardia ci sono le pegmatiti di Piona, che sono tra le più interessanti per la presenza di fosfati, ma contrariamente a Brissago (Svizzera) da anni nessuno ne parla. Tra i minerali esposti a Mineralia c'è un berillo di Piona di 40 cm circa.
Anche di tormaline valide se ne potevano trovare (i miei ricordi risalgono a una quindicina d'anni fa ma quindici anni fa la località era già vecchia),
ne avevo un bel campione finito in pezzi di cui oggi conservo solo un gruppo di cristalli che ho dovuto riparare ma la cui brillantezza e cristallizzazione sono notevoli.
PS: Io ci farò un salto tra un mese o due, chi vuole aggregarsi è bene accetto.
Ciao.
Simone
Ultima modifica di Simone Boscolo il lun 17 dic, 2007 0:22, modificato 1 volta in totale.
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Nelle pegmatiti di Piona ancora credo sia possibile effettuare dei buoni ritrovamenti soprattutto nella discariche dei filoni minori che si possono osservare nella zona. Io vi avevo rinvenuto anche dei dicreti zirconi centimetrici spesso associati al berillo giallastro o grigiastro o addirittura inclusi nel loro interno. Ma l'area che ancora può dare delle enormi soddisfazioni è senza dubbio la Val Codera, dove vi sono delle zone ancora intatte mineralogicamente parlando. La difficoltà di accesso e il breve periodo in cui, date le condizioni meteo, è possibile accedere alla valle, fanno si che le esplorazoni siano limitate e le zone lontane devono ancora essere esplorate sistematicamente.
fabio
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Non so Simone se in primavera la neve (almeno nell'alta valle) sia andata via, certo è che se continua sto pazzo clima tra qualche anno potremo andarci anche d'inverno sigh! Io ricordo anni fa che anche in agosto, nelle zone meno esposte al sole, si trovavano ancora molti nevai e nei pressi del Vaninetti era quasi impossibile raggiungere i vari canaloni per fare ricerca. Se vai comunque, il filone Silvana è quello diciamo relativamente più vicino e dista circa un'oretta e mezza prima del bivacco Vaninetti. Solo che è enorme e ti ci perdi! Non sai da dove cominciare talmente è vasto! ma ricordo che addirittura vi era una parte molto scassata ancora tutta da fare, poichè sono anni che manco dalla valle, non so attualmente in che condizioni sia. Una curiosità, il nome al filone è stato dato dal fu Dante Colzada in onore della moglie che scroprì, insistendo sul fatto che fosse buona, tale vena pegmatitica e sulla parte più interessante vi era un masso di granito enorme, rimosso a fatica utilizzando dei vecchi tronchi di larice.
Dal filone sono usciti dei berilli var. acquamarina che tagliati hanno dato delle gemme meravigliose sia per dimensione che per colore. Il diametro di alcuni berilli rinvenuti al Silvana raggiungeva le dimensioni di un pugno chiuso!
Dal filone sono usciti dei berilli var. acquamarina che tagliati hanno dato delle gemme meravigliose sia per dimensione che per colore. Il diametro di alcuni berilli rinvenuti al Silvana raggiungeva le dimensioni di un pugno chiuso!
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