Solfuri
- Michele Dondi
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Conservazione dei solfuri
Ho trovato alcuni campioni di solfuri, raccolti tra il 1985 e il 1990, completamente alterati. Seppur conservati in scatole di plastica in un ambiente asciutto, hanno sviluppato sali efflorescenti (bianchi, grigi e azzurri) che nascondono completamente il campione originario. In qualche caso, hanno totalmente riempito la scatola. Nei casi peggiori, si è verificata una fuoriuscita di fluidi acidi dalla scatola, con danni ai campioni adiacenti.
(le foto fanno schifo, ma i campioni anche peggio, non sono piacevoli da maneggiare e non ho aperto le scatole)
Mi chiedevo quanto fossero comuni episodi del genere.
Che cosa ho sbagliato?
Qualcuno ha suggerimenti su come avrei dovuto conservarli?
Erano pirite pseudomorfa di pirrotina (Cambokeels, UK) e pirite in aggregati di cristalli cubici (Libiola, GE o Pandeiro, Spagna).
e marcasite: aggregati mammellonari del Tafone (GR) o cristalli tabulari compenetrati (Silius, CA).
(le foto fanno schifo, ma i campioni anche peggio, non sono piacevoli da maneggiare e non ho aperto le scatole)
Mi chiedevo quanto fossero comuni episodi del genere.
Che cosa ho sbagliato?
Qualcuno ha suggerimenti su come avrei dovuto conservarli?
Erano pirite pseudomorfa di pirrotina (Cambokeels, UK) e pirite in aggregati di cristalli cubici (Libiola, GE o Pandeiro, Spagna).
e marcasite: aggregati mammellonari del Tafone (GR) o cristalli tabulari compenetrati (Silius, CA).
Re: Solfuri
È un'esperienza che ogni collezionista di minerali conosce, purtroppo... La pirite e, soprattutto , la marcasite sono spesso instabili e vanno periodicamente controllate e, se necessario, eliminate dalla collezione, per prevenire danni ai campioni adiacenti.
La prima misura per preventiva per proteggere la pirite e la marcasite consiste nell'eliminare ogni minima traccia di acidi e idrossidi trivalenti dal campione, anche dall'interno. A questo scopo si usano lavaggi con tioglicolato di ammonio in alcool al 95%, per due giorni, cambiano la soluzione finché da viola diventa incolore. Poi occorre sciacquarli con alcool al 95%. Infine bisogna disidratarli sotto vuoto. La conservazione dei campioni va effettuata in atmosfera a bassa umidità.
Per fortuna esistono anche esemplari stabili.
La prima misura per preventiva per proteggere la pirite e la marcasite consiste nell'eliminare ogni minima traccia di acidi e idrossidi trivalenti dal campione, anche dall'interno. A questo scopo si usano lavaggi con tioglicolato di ammonio in alcool al 95%, per due giorni, cambiano la soluzione finché da viola diventa incolore. Poi occorre sciacquarli con alcool al 95%. Infine bisogna disidratarli sotto vuoto. La conservazione dei campioni va effettuata in atmosfera a bassa umidità.
Per fortuna esistono anche esemplari stabili.
Michiel Desittere
Benedetti siano gli istanti
e i millimetri
e le ombre delle piccole cose.
(Fernando Pessoa)
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- Michele Dondi
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Re: Solfuri
Grazie mille, sono indicazioni utilissime, che vedrò di mettere in pratica.Michiel ha scritto: ↑gio 30 lug, 2020 10:12È un'esperienza che ogni collezionista di minerali conosce, purtroppo... La pirite e, soprattutto , la marcasite sono spesso instabili e vanno periodicamente controllate e, se necessario, eliminate dalla collezione, per prevenire danni ai campioni adiacenti.
La prima misura per preventiva per proteggere la pirite e la marcasite consiste nell'eliminare ogni minima traccia di acidi e idrossidi trivalenti dal campione, anche dall'interno. A questo scopo si usano lavaggi con tioglicolato di ammonio in alcool al 95%, per due giorni, cambiano la soluzione finché da viola diventa incolore. Poi occorre sciacquarli con alcool al 95%. Infine bisogna disidratarli sotto vuoto. La conservazione dei campioni va effettuata in atmosfera a bassa umidità.
Per fortuna esistono anche esemplari stabili.
Effettivamente, molti altri campioni di pirite e marcasite sono apparentemente stabili.
Sarebbe davvero utile capire quali indizi differenzino campioni stabili e facilmente alterabili.
Purtroppo, non ho una descrizione abbastanza accurata di com'erano i campioni che sono poi alterati.
Almeno alcuni potevano avere qualche "sale efflorescente".
Re: Solfuri
Informazioni più dettagliate sono reperibili in "Mineralien reinigen präparieren und aufbewahren", Duthaler R. & Weiß S, Christian Weise Verlag, München, 2008, 24,50 € (in tedesco).
I campioni statisticamente più a rischio sono, seconda questa pubblicazione, quelli in aggregati di cristalli piccoli, i fossili, quelli associati a gesso, quelli con ossidazioni. Ma l'instabilità può essere imprevedibile.
https://www.lapis.de/mineralien_buch/in ... &info=1134
I campioni statisticamente più a rischio sono, seconda questa pubblicazione, quelli in aggregati di cristalli piccoli, i fossili, quelli associati a gesso, quelli con ossidazioni. Ma l'instabilità può essere imprevedibile.
https://www.lapis.de/mineralien_buch/in ... &info=1134
Ultima modifica di Michiel il lun 28 set, 2020 11:39, modificato 1 volta in totale.
Michiel Desittere
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Re: Solfuri
Anch'io ho pagato dazio con i solfuri. In passato ho perso almeno 5 o 6 campioni. Ho avuto grossi campioni di pirite in cristalli che si sono sbriciolati, ma il fenomeno più impressionante fu la disintegrazione di un nodulo di pirite rinvenuto qui nel Salento all'interno di una carota di perforazione di un pozzo (era inglobato all'interno di una formazione argillosa). Si disintegrò emettendo acido solforico, praticamente non rimase nulla se non una sabbiolina maleodorante. Ho letto da più parti che le piriti/marcasiti di origine organica sono quelle più instabili e suscettibili a questi fenomeni.
Ad ogni modo le efflorescenze dei campioni in foto sono veramente impressionanti, a loro modo bellissime, anche se un po' inquietanti...
Ad ogni modo le efflorescenze dei campioni in foto sono veramente impressionanti, a loro modo bellissime, anche se un po' inquietanti...
Donato Lucrezio
L’ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che è vero. (Oscar Wilde)
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Re: Solfuri
Questa invece ve la devo racontare: da ragazzo avevo un pezzo di galena di cui non ricordo la provenienza. Dopo una caduta si è rotto a metà e ho messo le due metà in due scatole aperte e vicine.
Morale: una parte si è dapprima riempita di una alterazione gialla per poi disintegrarsi, l'altra metà è ancora integra dopo oltre 20 anni....
Morale: una parte si è dapprima riempita di una alterazione gialla per poi disintegrarsi, l'altra metà è ancora integra dopo oltre 20 anni....
Mirco
"Molte volte le persone ci sembrano grandi solo perchè le guardiamo stando in ginocchio"
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Re: Solfuri
Forse una delle due non ha sopportato di essere stata separata dall'altra e .... si è suicidata....Mirco ha scritto: ↑lun 03 ago, 2020 16:24Questa invece ve la devo racontare: da ragazzo avevo un pezzo di galena di cui non ricordo la provenienza. Dopo una caduta si è rotto a metà e ho messo le due metà in due scatole aperte e vicine.
Morale: una parte si è dapprima riempita di una alterazione gialla per poi disintegrarsi, l'altra metà è ancora integra dopo oltre 20 anni....
Comunque, scherzi a parte, è una roba parecchio strana. Pensavo che la galena fosse tra i solfuri più stabili. Non è che nella metà andata a farsi benedire c'era anche della pirite che ha cacciato dell'acido? No, perché nella maggior parte dei casi è colpa della pirite o della marcasite...
Donato Lucrezio
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Re: Solfuri
Piccoli cristalli ottaedrici gialli di pyrite cresciuti su due cristalli affilati argento metallizzato di siegenite, di 3,4 mm, su matrice di dolomite. Proviene dalla miniera di Sweetwater, Ellington, Reynolds Co., Missouri, USA. https://www.mindat.org/photo-1072073.html
- Luca Baralis
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Re: Solfuri
Confermo: un campione di pirite cresciuto su un frammento ligneo si è disintegrato in tempi relativamente brevi liberando acido solforico, che per non farsi mancare niente ha "bruciato" anche l'etichetta cartacea posta nello scatolino.
Altro pezzo perso nel tempo un bell'arnione di marcasite francese, passato completamente a miglior (?) vita nonostante alcuni tentativi di trattameno stabilizzante che purtroppo non hanno avuto esito, forse anche perchè intrapresi troppo tardi.
Purtroppo non ho nemmeno una foto dei due campioni
Adesso ho altri pezzi preoccupanti: una pyrite di Niccioleta in grandi cristalli con crepe, una di Gavorrano con evidenti tracce di ossidi di ferro alla base e sulla matrice, una drusa di quarzo e pyrite da Brosso e un paio di campioni di fossili piritizzati o di pirite su deposito sedimentario.
Sarebbe interessante aprire un topic sulla conservazione di sulfuri. O forse già c'è?
Luca (LB)
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Re: Solfuri
Un falso icosaedro di pirite
https://www.mindat.org/photo-1098140.html
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- Luca Baralis
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Re: Solfuri
Aggiungerei campioni con cristalli microfessurati o che sono stati esposti a agenti atmosferici (per es, raccolti in superficie in discarica)
Luca (LB)
Socio AMI Piemonte
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Re: Solfuri
Dalla miniera di Brownley Hill, Nenthead, Alston Moor, Eden, Cumbria, England, UK, un geminato di sfalerite di colore nero, su piccoli cristalli bianchi di quarzo: https://www.mindat.org/photo-1098733.html. Un altro geminato complesso di sfalerite di colore nero, proveniente dallo stesso campione: https://www.mindat.org/photo-1098734.html.
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Re: Solfuri
Bravo Ciccolini.
Enrico.
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http://www.mindat.org/user-13835.html#2
Presta l'orecchio a tutti, la tua voce a qualcuno,
senti le idee di tutti, ma pensa a modo tuo.
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Re: Solfuri
Da St. Ives, Cornovaglia, cristallo pseudo-esagonale grigio scuro di chalcocite, largo 5,5 mm, con granuli bruno rossicci di sphalerite. https://www.mindat.org/photo-1102421.html. Stesso cristallo visto da un'altra prospettiva: https://www.mindat.org/photo-1102422.html.
Aggregato complesso di cristalli grigio scuro di chalcocite, sia spessi che, più piccoli e più sottili, in basso. L'aggregato misura 7 mm in larghezza: https://www.mindat.org/photo-1102423.html
Aggregato complesso di cristalli grigio scuro di chalcocite, sia spessi che, più piccoli e più sottili, in basso. L'aggregato misura 7 mm in larghezza: https://www.mindat.org/photo-1102423.html
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